MssCol 603/Lettera 29
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
- Regesto veloce
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Commendone informa su alcune questioni ecclesiastiche e chiede istruzioni riguardo all’uso dell’assoluzione ab haeresi.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 29
- Estensione materiale
- cc. 3v-4v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Varsavia
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 7 aprile 1564
- Edizioni del documento
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pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 112-113.
- Regesto approfondito
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Commendone invia in allegato un memoriale in cui Stanisław Żelisławski, vescovo di Culma, chiede di poter trasferire alcune monache da S. Chiara al monastero cistercense, dove già vi sono alcune francescane dell’osservanza, per evitare che quel monastero, quasi spopolato, veda usurpati i propri cospicui beni.
Commendone ha ricevuto richieste di assoluzione ab haeresi dal vescovo di Culma e da Stanislao Hosius, vescovo di Varmia. «Sono anco questa settimana santa venuti alcuni confessori a richiedermi simil assolutione per alquanti eretici che, rimorsi dala conscienza, sono ritornati alla Chiesa, et altri confessori m’hanno detto d’haverne assolti alcuni temendo lo scandolo che ne vide seguire, perché non essendo costoro capaci della ragioni che inducano la Chiesa a non ricever così facilmente, sdegnati et incitati dagli heretici, entrano in odio troppo grande contra la Sede Apostolica et fiunt novissima eorum deteriora prioribus. In vero, dove è lecito a chi vuole essere heretico et farne anco pubblice professione impune, non si può se non credere che quelli che ritornano alla Chiesa sieno mossi da buono spirito et però si potrebbe forse usar maggior indulgenza in paesi tali che altrove e guadagnar l’anime di quei pochi a chi Dio fa gratia di ravvedersi». Il concilio di Trento permette ai vescovi di assolvere gli eretici ma non è chiaro «an possint absolvere manifestos hereticos, et qui tutti sono manifesti, non vi essendo né pena né vergogna alcuna, anzi molti fanno pubblica professione d’heresia per acquistarne gratia et favore». Commendone attende istruzioni.
I canonici di Gnesna hanno ottenuto di unire al loro capitolo una prepositura di cui il sovrano è giuspatrono, temendo che quest’ultimo la destinasse a un eretico.
Questa settimana Sigismondo II Augusto ha frequentato regolarmente la chiesa e si è confessato. Soprattutto contadini e «huomini bassi» hanno partecipato alla pubblica penitenza nella «chiesa maggiore».
- Note libere
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Allegato annunciato non trascritto. Data cronica parzialmente leggibile, ricavata da Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, cit.