MssCol 603/Lettera 32

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
Regesto veloce

Commendone riferisce la richiesta del sultano di consegnare i prigionieri valacchi e aggiorna sulle vertenze riguardanti la restituzione dei beni regi e la contribuzione per le necessità della guerra. 

Numero documento
32
Estensione materiale
cc. 7r-8v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Varsavia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
11 aprile 1564
Edizioni del documento

pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 120-124 (parte in chiaro con data 12 aprile).

Regesto approfondito

«Cifra»

Il sovrano ha stabilito che i detentori di beni regi ne resteranno in possesso fino alla Dieta del prossimo gennaio; i «signori interessati» sono quindi partiti. Pare che molti di loro abbiano deciso di prepararsi alla guerra pur di difendere quei beni. Crescono i sospetti nei confronti di Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, di Marcin Zborowski, castellano di Cracovia, di Spytek Jordan, palatino di Cracovia, e di Filip Padniewski, vescovo di Cracovia. Il primo non vuole l’unione con la Polonia proprio per la sua grande autorità nel Granducato e perché possiede una quantità di beni regi: si teme che molti senatori polacchi congiurino con lui per rinviarne la restituzione. Il vescovo di Cracovia non ha beni regi e ha visto usurpate molte delle sue decime dagli eretici; non gode poi del favore del re. Il sovrano tiene invece in gran conto il castellano di Cracovia perché ha più seguito e ricchezze degli altri signori del Regno: lo ha nominato generale nella guerra contro Ivan IV e gli ha dato speranza di sposare una delle sue figlie una volta divorziato da Caterina d’Asburgo. Il palatino di Cracovia non si è pronunciato sulla possibilità di scontri in seguito nel caso di morte del re e Commendone lo ritiene il più prudente tra i palatini: benché Commendone dubiti del suo credo religioso ha favorito, nella Dieta, le «cose d’ecclesiastici», ha suggerito al re di procedere con cautela nel recupero dei beni regi, di restituire l’autorità al Senato, di limitare l’arbitrio dei nunzi della nobiltà, nonché di mantenere la «reputatione et le forze de’ vescovi, ancora che alcuni di loro fussero athei»; crede infine che l’unione tra Lituania e Polonia non si realizzerà.

Diversi hanno chiesto a Commendone se Massimiliano II sia «huomo della sua parola, et se ha animo grande di far facende, con molti particolari simili che per le qualità di loro che dimandano et per le conditioni del tempo mi sono parsi di momento».

Il re - su istanza di Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna - vuole chiedere alle Dietine di aumentare la contribuzione già stabilita per le necessità della guerra perché gli ecclesiastici si rifiutano di versarla. Commendone non approva tale dichiarazione, «piena di parole che metterieno in maggior odio l’ordine ecclesiastico», e ha suggerito ai vescovi di mostrarsi disponibili a contribuire quest’anno, pregando altresì il sovrano di precisare che il clero avrebbe sicuramente aiutato la patria non appena possibile. È stata quindi redatta una nuova bozza, ma i vescovi non hanno raggiunto un accordo per presentarla al re. Per lo più soddisfatti della conferma delle immunità personali concessa loro su istanza di Commendone, hanno acconsentito a versare dieci giuli e mezzo per ogni decima, anche per ingraziarsi il sovrano, e chiedono soltanto che siano evitati gli eccessi che in genere accompagnano l’esazione. Wojciech Staroźrebski, vescovo di Chelma, e Andrzej Noskowski, vescovo di Plozca, intendono partire subito. Commendone attende invece la dichiarazione sui decreti di Petricovia e la conferma dell’editto di Varsavia.

[Testo in chiaro]

Un inviato di Solimano I, arrivato a Varsavia, ha chiesto la consegna di Ștefan Tomșa e della fortezza di Cotim controllata da Olbracht Łaski, nobile polacco. Il sultano offre, in cambio, sostegno contro Ivan IV. Si ritiene che il re non consegnerà Tomsa e i suoi, ma che prometterà di tenerli prigionieri.

Nella Dieta sono sospesi gli altri «negotii» e si discute solo di «cose giudiciali».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco. Diversamente da tutte le altre lettere, la parte in cifra precede qui quella in chiaro.

Luoghi rilevanti
Cotim