MssCol 603/Lettera 34

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
Regesto veloce

Commendone aggiorna sulla correzione dei decreti di Petricovia e sulla conferma dell’editto di Varsavia. Giovanni Battista Puccini è stato designato inviato polacco a Roma.

Numero documento
34
Estensione materiale
cc. 10v-12v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Varsavia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
19 aprile 1564
Edizioni del documento

pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 128-132.

Regesto approfondito

Kaspar Geschkaw, abate di Oliwa, ha riferito a Commendone che Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, si è rifiutato di sottoscrivere la dichiarazione sui decreti di Petricovia e la conferma dell’editto di Varsavia in mancanza dell’approvazione dei nunzi della nobiltà, ora assenti. La decisione ha generato discussioni tra i vescovi e stamane Franciszek Krasiński, arcidiacono di Calissia, ha detto a Commendone che sarebbe meglio rinviare la convalida dei decreti a una Dieta successiva, per non irritare troppo gli eretici. Commendone ha ribadito la necessità di ottenerne l’approvazione senza attendere oltre.

Il vicecancelliere ha poi difeso la sua scelta con Commendone, il quale, in dubbio sui motivi degli ostacoli posti alla ratifica dei documenti, ha pregato il vicecancelliere di non opporsi. Di fronte all’intenzione dichiarata da Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, di approvare la protesta degli ecclesiastici, ha quindi sottolineato come sia incoerente autorizzare, da un lato, la contribuzione «de consensu omnium ordinum tam spiritualium quam secularium» e, dall’altro, avallare la protesta degli ecclesiastici contro quella stessa misura, peraltro già diffusa a stampa. Il vicecancelliere ha allora confessato che «non si potea far di manco et bisognarà sigillarla per viva forza. Qual forza, dissi io, sarà questa del re o dei noncii; esso non mi rispose altro, salvo che io potevo ben vedere perturbatam esse Rempublicam».

Giovanni Battista Puccini ha chiesto a Commendone di andare in Spagna per il recupero dei beni di Bona Sforza quando Pio IV deciderà di inviare qualcuno. Commendone ha ribadito a lui e ad Adam Konarski, vescovo di Posnania, che pure lo aveva sollecitato a nome del re, che, in quanto «ministro di Nostro Signore», non può rivestire altri incarichi o consentire che altri gliene procurino. Ha sollecitato inoltre il sovrano a tener fede ai suoi impegni, nel qual caso il papa non avrebbe mancato di favorirlo.

Il re progettava di mandare Pietro Barzi come inviato polacco a Roma ma Puccini si è offerto di ricoprire lo stesso ruolo per un compenso minore e fra tre giorni partirà per la città pontificia. Porta una lettera in cui il sovrano supplica il papa di inviare Giovanni Francesco Canobio in Spagna «per questa causa sua di Bari».