MssCol 603/Lettera 36
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
- Regesto veloce
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Commendone aggiorna sulla correzione dei decreti di Petricovia e sulla conferma dell’editto di Varsavia.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 36
- Estensione materiale
- cc. 13r-14r
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Varsavia
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 28 aprile 1564
- Edizioni del documento
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pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, p. 133-136.
- Regesto approfondito
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Commendone raggiungerà a Lomza Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, dove quest’ultimo incontrerà Sigismondo II Augusto. Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, non ha approvato la dichiarazione sui decreti di Petricovia e la conferma dell’editto di Varsavia e, come gli altri vescovi, ha lasciato Varsavia; insieme al sovrano prega però Commendone di dar testimonianza a Pio IV della «buona mente» del re. Su istanza di Commendone è stata formulata una nuova bozza di quelle scritture e Commendone ha suggerito l’inserimento di alcune clausole. Il vicecancelliere si rimetterà alla decisione di Hosius in merito; Commendone cercherà quindi di discuterne con il cardinale prima che incontri il re.
Su istanza di Commendone il re promette di eseguire i decreti del concilio di Trento. «Circa la stampa Sua Maestà darà qualunque ordine si vorrà, ma in questo Regno si stampano ancora libri contra lo stato et si vendono impune».
Dopo aver lasciato Lomza, Commendone si recherà in Cuiavia per risolvere la controversia tra Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, e Mikołaj Wolski, vescovo di Kiev. Commendone sottolinea i «buoni officii» fatti in proposito dal vescovo di Kiev.
Il re promette di soddisfare le istanze di Pietro Barzi non appena possibile.
Per istanza di Solimano I il sovrano polacco giustizierà Ștefan Tomșa e i suoi.
Si ritiene che quarantamila cavalli turchi e altrettanti tartari entreranno in Moscovia attraverso la Crimea. I tartari di Astracan, vassalli di Ivan IV, si sono ribellati e sono già pronti alla guerra.
Commendone precisa le sue lettere saranno meno frequenti perché viaggia verso zone senza una buona corrispondenza con Cracovia.