MssCol 603/Lettera 40
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
- Regesto veloce
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Commendone riferisce sul suo arrivo a Heilsperg, residenza di Hosius, e sugli incontri avuti con un inviato dell’arcivescovo riguardo alla convocazione del concilio provinciale.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 40
- Estensione materiale
- cc. 18r-19v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Heilsperg
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 31 maggio 1564
- Edizioni del documento
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pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 145-148.
- Regesto approfondito
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Commendone elenca le lettere inviate dalla sua partenza da Varsavia. È arrivato a Heilsperg, residenza di Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, dove si fermerà qualche giorno per aggiornare il cardinale su quanto occorso nella Dieta di Varsavia e per chiedergli come «incamminare tutto il negotio». Commendone loda Hosius per la fedeltà a Roma e l’attenzione al governo della sua diocesi. Nei giorni scorsi ha ristabilito la religione cattolica a Brunsperg, nello «stato suo» non ci sono disordini e tutti hanno preso parte all’eucaristia secondo il rito cattolico, chi a Pasqua chi in seguito.
Si tratta della pace tra Danimarca e Svezia. Secondo un avviso proveniente da Montereggio e non confermato per altre vie, i russi avrebbero sconfitto una «grossa banda» di polacchi.
Commendone e Hosius hanno inviato un messo alla corte polacca per avere notizie. La peste, i cui inizi erano già visibili a Danzica, si è ora diffusa fino in Varmia.
«Cifra»
Commendone sospetta che l’arcivescovo abbia ancora intenzione di convocare un concilio nazionale. Non appena ha lasciato Varsavia, l’arcivescovo ha fatto comunicare nuovamente a Hosius da un abate suo inviato la volontà del sovrano di «accomodare et concordare le cose della religione» e di convocare «un concilio provinciale nel quale fossero anco admessi gli heretici et vi s’attendesse a comporre le cose importanti senza contendere ostinatamente super levioribus». Il cardinale ha sottolineato la necessità di discuterne con Commendone, e gli ha chiesto «quae essent haec leviora», al che l’abate ha risposto di non saperlo. Ieri l’abate ha fatto nuovamente visita a Hosius, e ha domandato il parere di Commendone circa il tempo per l’intimazione un concilio provinciale. Commendone ha sottolineato la necessità, prima di stabilire tempo e luogo, di individuarne l’argomento per permettere ai vescovi di prepararsi. L’abate ha riferito che l’arcivescovo intendeva intimare il concilio alla fine di agosto e che avrebbe probabilmente raggiunto Hosius a Heilsberg, una volta terminata la Dieta di Bielzco; ha cercato poi di conoscere l’opinione di Hosius riguardo al divorzio.
«A me questi dissegni et andamenti dell’arcivescovo dispiacciono sopra modo per il molto pericolo che possono portare alle cose di questo Regno. Va tuttavia ravolgendosi per il capo modi et vie da introdur qualche novità. Il secretario del cardinale dice che in Varzavia esso arcivescovo gli disse espressamente come non si poteva far cosa buona fin che non si concedeva il connubio alli preti et, per quanto io ho inteso passando per la provincia di Cuiavia, egli, mentre fu vescovo di quella provincia, lo concesse a molti preti. Hora è primate et conviene d’intratenerlo meglio che si può».
Sembra che l’arcivescovo non voglia più comporre la controversia con Mikolaj Wolski, vescovo di Kiev. Commendone non lo solleciterà in questo senso e si avvarrà «della disunione per impedir qualche male».
- Note libere
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Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.