MssCol 603/Lettera 57
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
- Regesto veloce
-
Commendone raccomanda nuovamente a Roma di concedere la coadiutoria di Plozca a Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 57
- Estensione materiale
- cc. 1r-2v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Leopoli
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 4 novembre 1564
- Edizioni del documento
-
Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 213-215.
- Regesto approfondito
-
Commendone affronta nuovamente la questione della concessione della coadiutoria di Plozca a Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, «vedendo quanta parte del servitio pubblico esser congionta con questa gratia». Esalta quanto fatto dal vicecancelliere a favore della religione cattolica: egli è stato anche autore degli editti contro gli eretici e ha fornito a Commendone «molti opportuni avvisi, et se ne può sperare ogni giorno migliori effetti» per il favore di cui gode presso il re e le sue «singulari qualità». Tale nomina sarebbe un’occasione propizia per rimediare, grazie alla sua autorità, ai problemi della diocesi e per rafforzare il suo impegno a favore del cattolicesimo in Polonia.
Il vicecancelliere chiede una coadiutoria con futura successione, «la qual cosa si vede che il concilio stesso di Trento ha giudicato non si poter a questi tempi prohibire senza gran danno rispetto alli pericoli che soprastanno alle chiese, alle quali è necessario di, almeno con questa via, proveder in tempo». Il vicecancelliere non ha rapporti di parentela con il vescovo che inducano a pensare che si provveda «più alle persone che alla chiesa»; il vescovo avrebbe poi potuto concedere la coadiutoria a un suo nipote, decano della diocesi. Il vicecancelliere potrebbe poi ottenere facilmente una chiesa per il favore di cui gode presso il re. Domanda inoltre di mantenere i suoi benefici non curati almeno fino a quando non avrà il vescovato: altrimenti non potrebbe accettare, avendo bisogno di tali rendite per sostenere le spese dovute al suo incarico.
Il vescovo di Plozca è ormai anziano ed è quindi possibile che il vicecancelliere lasci i benefici che ora chiede di mantenere entro i tre anni, termine dopo il quale, secondo il concilio di Trento, i titolari di dignità e prebende canonicali perdono i loro benefici in caso di mancata residenza. «Veramente tutte le leggi hanno bisogno d’un iudice et moderatore secondo i tempi et le varie necessità che occorrono», osserva Commendone. Anche il precedente vicecancelliere aveva ricevuto la coadiutoria di Gnesna e ha tenuto la diocesi con grande cura; la sua morte è stata di danno all’intero clero. «So che alhora le ritentioni erano più facili, ma veggo insieme che adesso il bisogno et il pericolo delle chiese di questo Regno è troppo maggiore che alhora», conclude Commendone.
- Personaggi rilevanti
- Myszkowski, Piotr