MssCol 603/Lettera 73
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
- Regesto veloce
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Commendone informa sul rinvio della Dieta; ragiona inoltre sulle facoltà attribuite ai nunzi pontifici.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 73
- Estensione materiale
- cc. 31v-34r
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Petricovia
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 8 gennaio 1565
- Edizioni del documento
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pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 4-9, con data 18 gennaio 1565.
- Regesto approfondito
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L’inizio della Dieta, previsto per lunedì prossimo, è stato rinviato perché al momento sono arrivati solo quei senatori che, «per li officii loro», seguono continuamente la corte. Quei pochi che sono in viaggio giungono malvolentieri perché non vogliono che sia approvata la restituzione dei beni regi.
Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, è tornato spesso a chiedere a Commendone di portare di nuovo in Senato la questione dei decreti del concilio di Trento.
Commendone ha fatto presente a Sigismondo II Augusto che a Roma gli si attribuirà probabilmente la responsabilità della convocazione del concilio nazionale. Il sovrano ha rinnovato le rassicurazioni date nella precedente udienza e lo ha invitato a riferire al pontefice. Commendone continua per parte sua a sollecitare la nomina al capitanato generale di Polonia maggiore.
Il re ha chiesto, un mese fa, a Pio IV la concessione di qualche carica ecclesiastica nel Regno di Aragona a Pietro Roiz, spagnolo, «iureconsulto et consigliero» del re. Commendone descrive il richiedente come persona «molto catholica», considerata il migliore giurista nel Regno polacco. Il sovrano raccomanda al pontefice anche Giovanni Francesco Canobio: Commendone, che ha viaggiato con lui da Lisbona a San Jacopo di Galizia, lo raccomanda a sua volta.
«Sono qui molti nobili beneficiati già gran tempo i quali non hanno presi gli ordini sacri né manco sono stati ammoniti non che costretti dalli ordinarii. Assai di questi mostrano hora volontà d’ordinarsi et m’hanno domandato licenza di potersi ordinare extra tempora et pigliar tutti gli ordini in tre dì di festa. Io gli rimetto agli ordinarii, non mi discostando dalli decreti di Trento, ma saria forse bene che Vostra Signoria Illustrissima non solo per questo, ma per gl’altri casi, intendesse da Nostro Signore se vole che gli noncii habbiano minori facoltà che gli ordinarii, il che è cosa non indegna di presta consideratione avanti che vi si pigli questa piegha, la qual piegha come sia presa non si potrà poi forse levar facilmente. Officio di nuncio è condurre di continovo l’authorità et la giurisdittione della Sede Apostolica nelle provincie, et rimandar costì l’ubidienza, tenendo come linee dal centro alla circonferenza unita tutta la Chiesa in un capo et sotto un capo, et però si come questa loro podestà nuoce incredibilmente quando essi l’abbusano, così forse non poco nuoce quando è troppo indebolita, perché come dall’abuso nasce scandalo et malavolontà verso la Sede Apostolica et scisma et heresie, così dal non esser data loro podestà superiore nelle provincie segue che la medesima Sede Apostolica perde essa anchora reputatione et possesso di superiorità». L’esperienza ha mostrato a Commendone che «in tutte le provincie christiane giova che i noncii habbiano ampia facultà purché, che oltre la buona elettione fatta costì di persone atte ad un tal carico, si tenga giusto conto di meriti et di demeriti con pene et premii, acciò che con questi sproni et questi freni la natura degl’huomini assai inclinata al male sia spinta et tenuta nel dritto corso dal servitio pubblico».
Commendone ringrazia il papa per il sostegno economico concessogli; riferirà a Pietro Barzi, gli ordini a lui indirizzati da Roma.
«Cifra»
Commendone ha scoperto che Giovanni Battista Puccini, agente polacco a Roma, incoraggia il re a divorziare «et mostra d’haver costì grandi mezzi e intentioni». È bene che il papa ne sia informato «perché certa sorte di ministri, come possono far credere d’esser in qualche favore costì, danno falsamente delle intentioni alli principi et li mettono tanto inanti nelle speranze che poi succedono di casi simili a qual d’Inghelterra».
Il vescovo di Posnania Adam Konarski ha sottoposto a Roma alcune dispense concesse precedentemente nella sua diocesi. Commendone fa presente che, se il pontefice dovesse annullarle, nascerebbero «qui di gran rumori» e ritiene che sia opportuno «supplir al defetto di queste dispense piutosto che, annullandole, mover molti romori». Non sa però se il nunzio abbia tale facoltà. «Il rimedio di ristringer costì le facoltà alli noncii non basta et non giova, perché a chi vuole usarle a servitio di Dio et della Sede Apostolica non sono mai troppe, et a chi le vuole per mercantia non sono mai poche, per poter conceder tutto quello che Nostro Signore stesso non può et non vuole». In passato sono stati premiati coloro che andavano invece puniti e ciò ha «portato circa ciò troppo imprudente licentia», alla quale il papa potrà porre rimedio per l’avvenire.
- Note libere
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Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.