MssCol 603/Lettera 79

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
Regesto veloce

Commendone aggiorna sui progetti per la convocazione di un concilio nazionale.

Numero documento
79
Estensione materiale
cc. 41v-43r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
23 gennaio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Abertandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 23-24.

Regesto approfondito

Oggi Mikołaj Sienicki, maresciallo del Sejm, ha fatto formale istanza a Sigismondo II Augusto per la convocazione di un concilio nazionale a nome dei nunzi della nobiltà eretici. Il sovrano, dopo aver congedato i nunzi, si è dichiarato contrario alla proposta. Parimenti contrari si sono detti i senatori, in particolare Stanisław Wolski, castellano di Rava, «gran marescial della corte et fratello del vescovo di Kiev». Il re ha concluso che non tocca a lui giudicare le «cose della religione», visto che è stato celebrato il concilio di Trento a tale scopo. Ha poi aggiunto che le sette sono «passate tanto inanti che non v’è hora mai alcun fine delle bestemmie, specificando quattro sette: prima gli occhini, i quali introducon la poligamia et dicon esser superstitione d’usar nel’orationi le parole del pater noster et impietà il riverir il nome di Iesu, poi gli novi circoncisi et per terzo alcuni anabattisti, i quali voglion che non si battezzino i figlioli sin che non habbiano trent’anni anni come Christo, et che quelli che vengono alla sua setta et passan trent’anni si ribattizino subito et se non passeriano a trenta aspettino quel tempo».

 «Cifra»

Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, sostiene che se si vuole evitare un concilio nazionale basterà che il sovrano stabilisca tempo e luogo della sua convocazione, ponendo la condizione che gli eretici s’accordino prima tra loro. Ha chiesto poi – tramite l’abate di Oliwa – l’opinione di Commendone, il quale ha osservato che una simile concessione avrebbe spinto gli eretici ad accordarsi pur di ottenere lo scopo del concilio. Ha sottolineato poi la necessità di ribadire con decisione l’impossibilità di trattare questioni riguardanti la religione «catholica et universale» in concili provinciali.

Mikołaj Wolski, vescovo di Kiev, ha riferito a Commendone che l’arcivescovo non raccomanderà più ai vescovi di concedere agli eretici «almeno un colloquio». Commendone ritiene che i vescovi si concentreranno, nei loro discorsi, solo sulle decime, e sottolinea il poco impegno da loro dimostrato in Senato, al confronto con quello di laici come il castellano di Rava.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco. Tra cc. 42r e 42v testo cancellato da tratto di penna trasversale e riscritto nella «cifra».