MssCol 603/Lettera 90
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quarto
- Regesto veloce
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Commendone informa sul rinvio a una prossima Dieta della decisione riguardo alle contribuzioni degli ecclesiastici per la guerra e sull’udienza avuta da Sigismondo II Augusto riguardo al divorzio.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 90
- Estensione materiale
- cc. 15r-17r
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Petricovia
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 12 febbraio 1565
- Edizioni del documento
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Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 56-59.
- Regesto approfondito
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Mikołaj Sienicki, maresciallo del Sejm, ha minacciato d’impedire la prosecuzione della Dieta se non veniva prima determinato l’obbligo degli ecclesiastici di contribuire alle spese della guerra, sicché la decisione è stata infine rimessa ad una prossima Dieta, da svolgersi o alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo. Prima è impossibile perché in estate avrà luogo la Dieta per l’unione tra Polonia e Lituania.
Si attende l’arrivo dei «revisori che furon mandati per il Regno» per decidere sulla restituzione dei beni regi: si crede che quelli dei territori più vicini alla Polonia Maggiore verranno sollecitati a presentarsi prima della fine della Dieta per dare inizio al «negotio». In tal caso, la Dieta si prolungherà perché giungeranno, frattanto, gli altri revisori; in caso contrario, si concluderà a breve.
I rappresentanti di due palatinati continuano a opporsi alla contribuzione per la guerra: quelli del primo rilevano di aver ricevuto precisa commissione dalle proprie Dietine di non acconsentire, mentre quelli del secondo ritengono che debba prima realizzarsi l’unione con la Lituania e che si ricorrerà, in caso di necessità, alla «espeditione generale» della nobiltà. Gli altri invece acconsentono alla contribuzione, per cui è probabile che essa si farà «conforme all’anno passato».
I nunzi della nobiltà chiedono ora anche l’istituzione di «un nuovo magistrato, il quale sia eletto dalla nobiltà, et habbia carrico della conservation delle leggi et di costrenger tutti gli magistrati, così gli palatini come gl’altri inferiori, a far il loro debito con podestà di torre lor la pena, il che è cosa di molto momento, et che può portar grand’alteration nella forma di questo governo».
Si attendono alcuni «signori di Lituania»; circolano varie voci sui motivi della loro venuta.
Si dice che Ivan IV abbia ordinato la ritirata perché nutre sospetti nei confronti dei suoi. Sabato passato Commendone ha avuto udienza con Sigismondo II Augusto.
«Cifra»
Nel colloquio con Commendone il sovrano ha ribadito la sua volontà di separarsi dalla consorte e ha aggiunto «certe parole di figlioli che non sian suoi et che sian stati voluti far suoi con molta riserva dell’honestà della regina, raviluppando le parole in modo che io nonne cavo altro senso se non che Sua Maestà porti opinione che la regina habbia voluto fare un parto supposto».
Commendone lo ha esortato nuovamente a considerare le rovinose conseguenze di un divorzio, facendo ancora riferimento alla vicenda di Enrico VIII, e ha riproposto le tre questioni critiche in grado di gettare il Regno nel disordine: «una espeditione generale che metta tutta la nobiltà in armi», un concilio nazionale «che conduca le fattioni et le sette in uno steccato» e, appunto, il divorzio del re. Il sovrano ha approvato i rilievi sui primi due punti; riguardo al terzo gli ha chiesto di parlarne nuovamente. Commendone chiede istruzioni tempestive, soprattutto per il caso in cui il sovrano tenti davvero di divorziare o gli chieda di rivolgere formalmente tale istanza a Pio IV.
Sia Commendone che il re – quest’ultimo su sollecitazione del primo – hanno chiesto a Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, di raggiungere Petricovia; Commendone spera che il cardinale arrivi «a quadragesima» [la prima domenica di quaresima, 11 marzo].
- Note libere
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Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.