MssCol 603/Lettera 99

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quarto
Regesto veloce

Commendone riferisce la proposta avanzata da Andreas Fricius Modrevius per un incontro tra Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, e Commendone e alcuni rappresentanti degli eretici. Comunica inoltre l’imminente arrivo di due inviati imperiali alla corte polacca.

Numero documento
99
Estensione materiale
cc. 28v-30r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
2 marzo 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 80-82.

Regesto approfondito

Appreso che gli eretici avevano intenzione di fare un loro «conciliabulo» a Petricovia prima della Dieta, Commendone temeva si cercasse, con tale pretesto, «d’incaminare un colloquio», probabilmente un concilio nazionale. Si è perciò recato stamattina da Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, il quale aveva già avuto notizia da Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, che i «settarii» erano determinati a tenere un «generale convento» a Petricovia per «por fine a tante differenze di sette et unirle insieme». Andreas Fricius Modrevius, «huomo di lettere che scrive assai, già gran tempo heretico et molto intrinseco dell’arcivescovo», aveva suggerito loro di conferire con il vescovo di Varmia, con l’arcivescovo e con Commendone. Hosius si era detto disponibile a parlare con ognuno di loro «da solo a solo con carità et con desiderio di cognoscer il vero, ma non altrimente», al che l’arcivescovo non aveva replicato.

La contesa tra Filip Padniewski, vescovo di Cracovia, e Jan Krzysztof Tarnowski, conte di Tarnovia, è stata rimessa all’arcivescovo, ma la trattativa si è interrotta e il conte è partito. Commendone crede che ritornerà tra due settimane.

Sono attesi per la settimana prossima alla corte polacca Andrea Dudith Sbardellati, vescovo di Cinque Chiese [Pécs], e il barone Wilhelm von Kurzbach, inviato dall’imperatore a Varsavia lo scorso anno per la «causa della regina».

«Cifra»

Quanto riferito dal vescovo di Varmia sull’arcivescovo conferma che quest’ultimo non ha abbandonato l’intenzione di convocare un concilio nazionale. Hosius e Commendone ne parleranno nuovamente con lui e con Sigismondo II Augusto «mostrando quanto sia vituperoso sopportare che nella Dieta del Regno, in faccia del re et di vescovi, si celebri un tal conciliabulo, il qual mezzo c’è parso più espediente perché disturbando noi il conciliabulo si viene a torre l’occasione del colloquio con più dignità et forse ancora con più facilità, et insieme si fa l’officio che ci conviene di fare contra una tal congregatione, quando ben non portasse alcun pericolo di colloquio». L’arcivescovo ha suggerito a Hosius che Commendone di ricordi al re che è «suddito della Sede Apostolica» e lo minaccia, ma il cardinale ha rifiutato il consiglio come «pernitioso».

Quanto alla questione del divorzio del re, il silenzio dei vescovi contribuisce a tenerla aperta, mentre è imminente l’arrivo degli inviati imperiali, con i quali «il re potrebbe forse uscir di modo […] che non ci fosse poi più riparo». D’intesa con il cardinale Commendone ha deciso perciò di parlarne di nuovo con il sovrano.

Nella trattativa tra il conte di Tarnow e il vescovo di Cracovia l’arcivescovo avrebbe agito in modo da farla fallire, pur di «tenere basso» il prelato. Commendone farà il possibile affinché sia Hosius a occuparsene.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.