MssCol 603/Lettera 107

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quarto
Regesto veloce

Commendone aggiorna sullo scontro tra gli ecclesiastici e i nunzi della nobiltà riguardo alle decime; riferisce inoltre la richiesta di un parere sul matrimonio del re rivoltagli dagli inviati imperiali in Polonia.

Numero documento
107
Estensione materiale
cc. 43v-45v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
21 marzo 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 110-114 datata Petricovia, 22 marzo 1565.

Regesto approfondito

Commendone e Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, hanno sollecitato l’esecuzione degli editti di Parzow contro gli eretici e l’emanazione di provvedimenti contro i profanatori delle chiese. Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, fa sapere tramite un suo arcidiacono che i nunzi della nobiltà hanno chiesto sia determinato nella prossima Dieta che gli ecclesiastici vengano obbligati a mostrare «i loro privilegii et immunità» e le decime possano essere donate al re solo in perpetuo. A tali richieste l’arcivescovo si è opposto sicché «tutte le cause in generale, senza esprimer queste ecclesiastiche», sono state rimandate alla futura Dieta. Hosius ne è rimasto molto deluso, dato che un rinvio impedirà al cardinale e a Commendone di riproporre le loro istanze a Sigismondo II Augusto. Alle assicurazioni dell’arcidiacono che l’arcivescovo proporrà di trattare in questa Dieta almeno di «qualche cosa de’ disciplina ecclesiastica», Hosius ha replicato di non vedere come si possa discutere di disciplina lasciando «la Chiesa stessa et la religione da parte. In vero questi modi di negotiar così divisi et così poco corrispondenti tra loro – osserva Commendone - guastano tutto il negotio, tanto che io dubito che il cardinale non parta. Ciascuno di questi vescovi ha suoi indirizzi et suoi humori, chi di concilio nationale et di certe sue concordie di religione, chi solamente di ricuperar le decime». Filip Padniewski, vescovo di Cracovia, ha insistito con Hosius per il recupero delle decime, la cui perdita provocherebbe la fuga dei preti e la fine del «culto divino», ma Commendone ritiene si debba andar oltre. «Cominciaron gli heretici sin da principio della heresia oppugnar la religione mostrando di voler conservar alli preti l’entrate et qualunque giurisdittione temporale, ma che contendevan solo contra questa giurisdittione spirituale che ripugnava alle conscientie loro, di che molti vescovi restaron assai contenti, contra la mente del cardinal, alhora vescovo varmiense [Hosius], che s’opponeva loro et li profetava ciò che hora vediamo parte esser avvenuto in effetto et parte esser poco luntano».

Ieri Andrea Dudith Sbardellati, vescovo di Cinque Chiese, e il barone Wilhelm von Kurzbach, inviati imperiali al re di Polonia, hanno consegnato a Commendone una «lettera credenziale della Cesarea Maestà», scusandosi per non averlo fatto prima, chiedendogli il suo avviso riguardo alla questione del matrimonio del re e assicurandolo che gli avrebbero comunicato qualunque commissione ricevuta da Massimiliano II. Ritenendoli già informati sul suo operato circa una materia tanto delicata, Commendone si è limitato a precisare di non aver ancora scritto a casa d’Austria per evitare qualsiasi «suspition di dipendenza» e si è detto disponibile a informarli su quanto finora trattato.

 «Poscritta»

Commendone non riferisce quanto discusso nell’udienza avuta dal re dal vescovo di Varmia perché quest’ultimo ne ha già scritto a Roma.

 «Cifra»

Dudith ha confessato oggi a Commendone che lui e il suo collega non gli hanno fatto visita prima in quanto l’imperatore era stato informato «molto sinistramente» sul suo procedere, e solo di recente hanno accertato che egli è stato l’unico ad aver impedito il «corso di questo negotio». Hanno perciò chiesto d’essere informati e assistiti.

Commendone ha appreso che all’inizio gli inviati avevano avuto ordine dall’imperatore di non parlare con lui; pare tuttavia che «con questo ultimo corriero habbiano havuto commission contraria alla prima».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.