MssCol 603/Lettera 125

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quinto
Regesto veloce

Commendone riferisce le ultime discussioni della Dieta sulla contribuzione per la guerra, sulla possibilità d’impegnare i beni della Corona e sulla rassegna militare nel Regno.

Numero documento
125
Estensione materiale
cc. 22r-23v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
14 aprile 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 161-165.

Regesto approfondito

In conclusione della Dieta è stata approvata una contribuzione di mezzo scudo per laneo, «che è una misura di terreno»; se ne dovrebbero ricavare circa 500 mila fiorini, ma dato che non tutti la pagano, «rispetto alla molta licentia della nobiltà», si arriverà probabilmente a stento a trecentomila.

Le opposizioni alla contribuzione sono state tanto decise che il sovrano è stato costretto ad approvare anche l’«espeditione». Ha però evitato d’impartire l’ordine di marciare, il che gli consentirà forse di evitare «il pericolo che porta seco una espeditione generale, che arma et conduce in un luogho tutta la nobiltà del Regno». Al tempo di Sigismondo I, l’ordine di marciare aveva provocato un violento tumulto dei nobili contro i senatori, al quale aveva messo fine solo una fortissima tempesta.

In aggiunta alla contribuzione per la guerra, i nunzi della nobiltà hanno permesso al re d’impegnare beni della Corona per cinquecentomila fiorini, a patto che tali beni non vengano dati in pegno a stranieri o principi; sono stati quindi abbandonati i progetti contro i beni dei monasteri.

Mikołaj Sienicki, maresciallo del Sejm, ha proposto, nell’assemblea dei nunzi della nobiltà, di sollecitare Sigismondo II Augusto al rispetto dello statuto del Regno che vieta ai sudditi polacchi di esser creati cardinali senza l’assenso espresso del re, e inoltre a non tollerare più la presenza nel paese di rappresentanti papali, mettendo nuovamente in guardia contro Commendone. Nonostante la contrarietà di quasi tutti i nunzi, il maresciallo ha riproposto tali argomenti nella sua orazione in Senato, a conclusione della Dieta, senza avere dal re alcun riscontro.

Dopo numerosi rinvii, il Senato si è riunito stasera per decidere la risposta da dare agli inviati cesarei riguardo alla regina. Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, si è pronunciato decisamente contro il divorzio; gli altri non si sono espressi, ma hanno sulla necessità di dare «qualche satisfattione et qualche buona intentione» a Massimiliano II.

 «Cifra»

I «capi seditiosi» si sono congregati segretamente. Dopo aver auspicato che la nobiltà rimanga unita, alcuni di loro hanno dichiarato che non la pagheranno la contribuzione «se non vi consentono prima costoro che han protestato»: vogliono così costringere il re a ordinare l’«espeditione generale, col qual mezzo poi sperano di poter far qualche rivolution nel Regno». Il palatino di Cracovia Spytek Jordan, «il più savio signor di questo Regno», si augura che, nel caso si faccia l’«espeditione», il sovrano ordini ai nobili di riunirsi non nel Regno, ma in Lituania, ai confini con la Moscovia, e in tempi e luoghi diversi, in modo da evitare «occasione di tumulto».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.