MssCol 603/Lettera 141

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro sesto
Regesto veloce

Commendone dà conto della morte di tre capi eretici e chiede aggiornamenti sulle concessioni richieste dall’imperatore in materia di matrimonio dei preti.

Numero documento
141
Estensione materiale
cc. 2r-3r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
6 giugno 1565
Edizioni del documento

Pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 208-210 (in traduzione polacca), «summarium» in Elementa ad fontium editiones, 59/II: Documenta ex Archivo Cardinalis Ioannis Morone ad Poloniam spectantia quae in Archivo Secreto et in Bibliotheca Vaticana asservantur (1539–1579), ed. C. Lanckorońska, Romae, 1984, p. 38-39.

Regesto approfondito

Sono morti tre «principali capi d’heretici et persecutori della religione cattolica»: Marcin Zborowski, castellano di Cracovia, «per ricchezze et per dignità il primo signore di Polonia», Achacy Czema, palatino di Mariemberg, «persona di ricchezze et seguito et di grande authorità in Prussia» e ora anche Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, «homo potentissimo non solo in Lithuania ma in tutte le bande».

Sigismondo II Augusto ha deciso di non concedere l’arcivescovato di Riga al figlio di Giovanni Alberto, duca di Meclemburgo-Schwerin quando gli inviati del duca sono giunti a Petricovia per «ultimare il negozio».

Il re ha rinviato a domani l’udienza fissata per oggi con gli inviati imperiali Andrea Dudith Sbardellati, vescovo di Cinque Chiese, e il barone Wilhelm von Kurzbach; ha quindi convocato Commendone, che riferirà domani i dettagli del colloquio. Aveva frattanto chiesto di sollecitare a Roma l’invio del catechismo, del messale e del breviario romano.

«D’Italia vengono qua avvisi che Nostro Signore ha permesso il connubbio alli sacerdoti, il qual nome s’è andato spargendo et ampliando studiosamente dagl’heretici tal che ha mosso et muove grand’alteratione negl’animi di molti». Commendone desidera conoscere la «dimanda dell’imperatore sopra ciò […] et in qual termine stia tutto il negotio sì per l’importanza sua come per le conseguenze che porta seco, massime in questo Regno dove gli heretici manifestamente si vantano la Chiesa Romana esser stata horamai constretta dalla verità a riconoscere et confessare i suoi enormi errori et heresie et, fra gl’altri, di haver contrafatto tanti anni al precetto divino della comunione sub una, et di haver prohibito il congiugio ai sacerdoti; perciò che essi heretici non parlano di questo congiugio, nonché lo chieggono secondo il rito orientale che alli congiugati sia lecito ascendere al sacerdotio, ma apertamente, secondo l’impurità di Luthero, cerchano di torre tutto l’ordine delle doni et perfettioni dell’ecclesiastica hiaerarchia abbassando et costringendo i sacerdoti già consecrati […] non solamente al congiungio ma alla poligamia. L’uso già conceduto del calice, per quanto qui s’intende esser occorso nelle provincie circonvicine, ha nociuto molto più che giovato, anzi si scrive […] che ne sono seguiti di molti et importanti scandali et disordini, non si essendo osservate le conditioni sapientemente prescritte da Sua Santità». Commendone si adopera perché il re non avanzi tale istanza, nonostante molti gli consiglino di farlo, e teme che gli esempi dell’Austria e della Boemia possano ridestare in lui tali «pensieri».

Luoghi rilevanti
Riga