b. 62-I / Lettera 33
- Sottounità / Unità archivistica
- KU, KSRL, Graziani-Commendone Coll., Separate Letters, Ms. 62-I
- Regesto veloce
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Graziani aggiorna sui contrasti con Jan Firlej, palatino di Cracovia, e i suoi fautori riguardo all’elezione a re di Polonia di Enrico di Valois.
- Tipologia
- it lettera sciolta
- Numero documento
- 33
- Estensione materiale
- 8 pp.
- Mittente
- Graziani, Antonio Maria <1537-1611>
- Destinatario
- Commendone, Giovanni Francesco
- Luogo di redazione
- Varsavia
- Data di redazione
- 12 maggio 1573
- Regesto approfondito
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Il testo della Confederazione non è stato modificato rispetto alla sessione precedente della Dieta, ma copiato su pergamena e sottoscritto da chi voleva. I vescovi e Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, non l’hanno firmato e anche Franciszek Krasiński, vescovo di Cracovia, che aveva approvato la prima versione del testo credendolo valevole per il solo interregno, si è adeguato alla posizione degli altri prelati polacchi. Tra i firmatari ci sono alcuni senatori cattolici, tra cui Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, e Olbracht Łaski, palatino di Siradia, i quali hanno posto la condizione di non essere attaccati per motivi religiosi. Graziani farà in modo che i vescovi sottoscrivano una protesta formale contro quel documento. La discussione sugli «altri articuli» continua.
I seguaci di Jan Firlej, palatino di Cracovia, continuano a disertare il Senato: essi denunciano, in particolare, la mobilitazione di uomini armati contro di loro. Ribadiscono che l’elezione del re non è valida perché, diversamente da quanto era stato loro promesso, non si sono discusse prima le loro richieste; lamentano inoltre che sia avvenuta a loro insaputa la convocazione degli inviati francesi. Hanno anche sottolineato come le città di Cracovia e Leopoli, nonché la Prussia intera, non approvino la nomina di Enrico di Valois e come il popolo di Varsavia cerchi armi per intervenire «nelle differenze del Senato», reiterando infine la condizione che il re sposi Anna Jagellona.
Ne è nata una discussione accesa. Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, ha replicato di aver disposto lo schieramento di uomini armati a scopo difensivo. Quanto alle richieste dei dissenzienti, ha ricordato che l’arcivescovo aveva garantito che sarebbero state discusse e che frattanto era stata data la possibilità di sottoscrivere la Confederazione. Lo stesso Mikołaj Mielecki, palatino di Podolia, seguace di Firlej, aveva poi approvato la convocazione degli inviati francesi – il vescovo Jean de Monluc, dell’abate Guy de Saint Gelais, signore di Lansac e di Gilles de Noailles, abate d’Isle – per discutere i termini dell’elezione. Il palatino di Vilna ha aggiunto che non va dato eccessivo peso alle istanze di singole città, tanto più che Leopoli e Cracovia hanno deciso alla fine di uniformarsi al parere della maggioranza. Riguardo ad Anna Jagellona, il palatino ha insistito sulla necessità di dimostrarle «la medesima gratitudine che havevan fatto i loro maggiori verso questa reliquia del sangue de’ loro».
Graziani avvisa di aver inviato attraverso un altro messo una lettera di Andrzej Zborowski.
- Note libere
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Lettera autografa, probabilmente spedita.