Commendone comunica di aver incontrato gli arcivescovi di Magonza e Treviri. Informa che i protestanti intendono convocare un «convento» a Francoforte per chiedere all’elettore del Palatinato, calvinista, di aderire alla Confessione augustana. L’imperatore, poco soddisfatto di questa dilazione, ha chiesto di essere informato sulla data, perché senza l’assenso dei principi tedeschi, specie in tempo di guerra, non conviene procedere giudizialmente contro il Palatino per la restituzione dei beni ecclesiastici usurpati, ma non farlo significherebbe compromettere l’autorità imperiale. Commendone riferisce che l’arcivescovo di Colonia è partito, ma gli ha consegnato copia di una lettera indirizzata al papa. Informa che l’elettore di Sassonia ha ordinato di mandare a morte i colpevoli di un attentato contro di lui: i condannati, già complici degli assassini del vescovo di Erbipoli, sono protetti dal duca di Sassonia-Vinaria, genero dell’elettore del Palatinato. Accenna infine al contributo finanziario inviato dal pontefice all’imperatore tramite i Welser.

 «Cifra»

L’irritazione dell’imperatore nei confronti degli aderenti alla confessione Augustana che non prendono posizione contro l’elettore del Palatinato fa ben sperare; nonostante l’insistenza di alcuni, pare che nella dieta non si voglia tornare sull’argomento della concordia tra protestanti e cattolici, e che nel testo del recesso scritto non se ne farà menzione.