Colonia

Data
1 aprile 1561 – 9 aprile 1561
Da evidenziare
Fonte / Citazione

Fulvio Ruggieri, Viaggio d'Alamagna fatto dal cardinal Commendone l'anno 1560, in Nuntiaturberichte aus Deutschland, 2/II: Nuntius Commendone 1560 (Dezember) – 1562  (März)1560-1572, hrsg. v. A. Wandruszka, Graz-Köln, Böhlaus1953, pp. 57-170

pp. 90-93, «Il dì primo aprile, che fu il lunedì santo, passato il Rheno sopra barche, si andò a Colonia in un monasterio de’ frati di San Pantaleone, abbatia cassinense, per fermarci in questi giorni santi in questa città. […] Ci sono chiese in gran quantità et dicono esser più di 300 et quasi tutte hanno molte reliquie di santi, et sono offitiate alla cattolica et frequentate dal populo, il quale è molto infettato per la moltitudine degli heretici che ci sono. Fra l’altre chiese la cathedrale è bellissima et grandissima, benché non si finita, dove sono li corpi interi dei tre Magi. […] Sono ancora in questa città in diverse chiese tre capitoli di donne canonisse et ciascun capitolo ha canonici, che nella medesima chiesa ma in diverso choro cantano l’hore canoniche et dicono loro l’offitio. L’offitio di queste donne canonisse è di cantare le hore nel choro, dove si vestono con habititi di tela bianchi, sopra i quali hanno un manto nero et in testa tengono velli bianchi aconci in tal modo, che dai lati fanno due punte, come di due corna distese, et dal corno sinistro pende una banda di velo bianco fino in terra, per la città dove possono andare a lor piacere vestono come le altre. Queste canonisse non hanno avuto marito, ma si possono maritare et in questo caso lasciano il canonicato. […] Il primo di questi capitoli è nella […] chiesa di S. Orsola, dove non possono entrare se non le contesse delle medesime conditioni. Qui [non ci sono] se non due canonisse con la badessa, perché dipoi che si sparse l’heresia in questi paesi, i conti [di Cleve] non hanno voluto metter le sue donne in questi colleggi».

p. 92, «In Colonia è una università di leggi, delle arti et dei teologi fondata già del 1388 sotto papa Urbano, che la dotò di molti privileggi, dove concorrono molti scolari, et vi si stampano molti libri.

[…] Colonia è arcivescovato il cui arcivescovo è uno dei sette elettori, nondimeno essa è città d’Imperio et si governa a repubblica. […] S'eleggono ogn'anno dai capi delle arti 43 huomini, che fanno il senato, il quale elegge 6 consoli, che durano in vita, dui de' quali ogn'anno alternativamente fanno l'offitio del console, et morendo uno di quelli il senato ne surroga un'altro. I quali consoli hanno la suprema autorità sopra ogni cosa et rendono ragione ne le cose civili col consiglio de suoi dottori. Le appellationi de qual consoli vanno alla camera imperiale in Spira, ma nelle cause criminali fanno prendere solamente i malfattori, et i giudici del arcivescovo li condannano alla morte, o ad altre pene corporali, la qual autorità di far prendere i malfattori, soleva già essere appreso il capitolo della chiesa cathedrale, che rinontiò queste ragioni ai cittadini far dispiacere al lor arcivescovo dal'hora, col quale erano in discordia».

p. 93, «Al presente è arcivescovo di Colonia Giovanni Eghebardo, che è un nome solo, uno dei conti di Mansfelt, huomo di 35 anni, il dominio del quale appartenente all’arcivescovo è molto grande et ha titolo di duca di Angaria et di Westfalia, dove ha molti luoghi; et per lo stato suo per il più si vive catholicamente benchè ci siano molti heretici».

Luogo
Colonia