Antonio Maria Graziani riferisce al cardinale Tolomeo Gallio il suo scambio con l’arcivescovo di Gnesna Jakub Uchański e con il vescovo di Cuiavia Stanisław Karnkowski. Nessuno dei due prelati è informato degli articoli che a Parigi Enrico di Valois ha concesso alla nobiltà polacca, impegnandosi a dimostrare «humanità et accoglienza» agli eretici. Graziani insiste sulla necessità che tutti gli incarichi principali vengano affidati a cattolici. In particolare, ritiene che il preposito di Vratislavia Hieronim Rozdrażewski debba essere nominato vicecancelliere e che si debba togliere il titolo di maresciallo al palatino di Cracovia Jan Firlej. Graziani conferma poi che si presenterà al sovrano non appena questi arriverà al confine polacco. Il vescovo Karnkowski intende suggerire al re di non fidarsi dei consiglieri del suo predecessore, soprattutto del vescovo di Cracovia Franciszek Krasiński.