MssCol 603/Lettera 6

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro primo
Regesto veloce

Commendone informa sui colloqui avuti con Ferdinando I e con il figlio Massimiliano a Possonio. Dà inoltre conto della situazione religiosa a Olmutz e del suo arrivo a Cracovia e riferisce dell’assassinio del voivoda di Valacchia (intendendo moldavia) Giacomo Basilico Eraclide.

Numero documento
6
Estensione materiale
cc. 6v-7v e 47v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Cracovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
24 novembre 1563
Edizioni del documento

pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 13-15 (in traduzione polacca); regesto in Nuntiaturberichte aus Deutschland, 2/III: Nuntius Delfino, 1562-1563, hrsg. v. S. Steinherz, Wien, Bei Carl Gerold’s sohn, 1903, p. 480.

Regesto approfondito

A Possonio Commendone ha avuto udienza da Ferdinando I d’Asburgo, il quale si augura che il concilio di Trento possa portare qualche rimedio ai problemi religiosi della Germania. Come aveva già fatto nel febbraio precedente a Innsbruck, Ferdinando I ha interrogato Commendone su alcuni punti relativi al concilio. Commendone ha cercato di «levarli molte male impressioni che le son fatte».

L’imperatore ha voluto conoscere Federico Pendasio e ha espresso il desiderio di prenderlo al proprio servizio.

Commendone ha incontrato anche Massimiliano II, re dei Romani, che gli ha espresso la propria opinione sulle questioni polacche; si apprestava a partire la sera stessa, diretto prima a Olmutz, per la Dieta della Moravia, e quindi a Vratislavia per quella di Slesia. Commendone ha fatto il medesimo percorso e ha visto i preparativi in corso per accogliere il re.

Olmutz è «città assai infetta» e gli eretici hanno intenzione di richiedere un predicatore. Il vescovo di Olmutz, Marcus Kuen, secondo il costume della Germania, non risiede nella città ed è molto anziano; la chiesa è mediocremente tenuta, ha molte reliquie ed è poco frequentata. «Non è paese dove ciaschuno più liberamente creda et non creda ciò che vuole et non vuole; siamo passati per luoghi che hanno più sette che case, vi sono anabattisti assai et sabbatarii et nicolaiti».

Commendone ha avuto difficoltà nell’attraversare la Moravia a causa degli allagamenti e del cattivo stato delle strade.

A Cracovia, dove il vescovo Filip Padniewski era assente, i canonici del capitolo cattedrale gli hanno fatto visita, mostrando reverenza nei confronti suoi e del papa e ragguagliandolo sullo stato della religione cattolica in Polonia. Commendone ha poi ricevuto la visita dell’Università di Cracovia, il cui rettore si è espresso «assai mordacemente» sui nunzi pontifici suoi predecessori. Commendone lo ha perciò ripreso pubblicamente; dopo averne ottenute le scuse, ha comunque visitato a sua volta le scuole e ascoltato un lettore di teologia. «La città è piena di forestieri et ci sono di molti italiani, et la più parte heretici. Le sette sono diverse, et la licenza uniforme. In due case publicamente predican gli ministri heretici, ci son nondimeno molti catholici et le chiese molto ben officiate et massimamente il domo, il qual è molto ricco et di gioie et d’argenti et di drappi».

Durante i giorni trascorsi a Cracovia Commendone ha avuto informazioni utili dai canonici della cattedrale e da altri. Lascerà la città la prossima settimana e lungo la strada visiterà il vescovo di Cracovia, che ancora non è partito per la Dieta.

«Poscritta»

il «signor Despota», Giacomo Basilico Eraclide, assediato nella fortezza di Succhiava, è stato catturato grazie a una congiura ordita con le sue guardie. Il nuovo voivoda eletto dai moldavi, Ștefan Tomșa, ha ucciso il Despota e la sua guardia in modo efferato. Olbracht Łaski si era diretto verso quella fortezza con 1500 uomini ma non è arrivato in tempo; Tomșa ha quindi fatto avanzare un esercito contro di lui, ma Łaski è riuscito a ritirarsi.

Note libere

Nota a margine informa che la parte «poscritta» è inserita nello stesso registro primo, a c. 47v; non compare in Pamiętniki o dawnéj Polsce […], p. 15.