MssCol 603/Lettera 31

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
Regesto veloce

Commendone informa sugli sviluppi della vertenza riguardante la contribuzione richiesta ai vescovi e dà conto dello scambio avuto con il re riguardo alla correzione dei decreti di Petricovia.

Numero documento
31
Estensione materiale
cc. 5r-7r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Varsavia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
7 aprile 1564
Edizioni del documento

pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 115-120.

Regesto approfondito

Fino al venerdì santo [31 marzo] i nunzi della nobiltà erano discordi sulla risposta da dare ai vescovi riguardo al contributo per la guerra. Hanno infine concordato di fare istanza a Sigismondo II Augusto per l’approvazione del contributo stabilito un anno fa a Petricovia, a cui erano soggetti anche gli ecclesiastici. Le proteste di Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, non hanno cambiato tale indirizzo; Mikołaj Wolski, vescovo di Kiev, a quel punto, ha offerto al re la metà delle sue decime e più di duemila fiorini «onde si tenne la contribuzione per conclusa». Il giorno successivo Commendone ne ha discusso con tutti i vescovi riprendendo, in privato, il vescovo di Kiev.

Commendone ha sottolineato a Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, che la decisione del re di approvare il contributo è contraria alle promesse del sovrano di non ledere i privilegi ecclesiastici. I due hanno poi discusso della situazione religiosa del Regno e dei danni derivanti dai progetti degli eretici. Riguardo alla contribuzione il vicecancelliere ha sostenuto «perturbatam esse Rempublicam in qua boni Senatores non tantum possunt quantum velint Regem coactum ista facere». Commendone ha replicato più volte che il vicecancelliere e il sovrano possono rifiutare di ratificare un provvedimento quando non trova il consenso di «uno delli due stati del Regno». Nell’udienza di ieri il sovrano ha confermato che correggerà i decreti di Petricovia e rinnoverà l’editto di Varsavia prima della fine della Dieta, lamentandosi delle troppe clausole resenti nella bozza presentatagli dall’arcivescovo, per la quale Commendone cercherà di fornire un supporto.

Il sovrano ha ceduto alle pressioni di Commendone e ha dichiarato che accetterà una contribuzione volontaria del clero, anche se teme «d’aspettare che gli vescovi ne trattassero con il clero et l’incertezza della risolutione».

Alla fine di aprile il re parteciperà alla Dieta di Lituania per definire l’unione del Granducato con la Polonia, che pochi ritengono sarà realizzata per l’opposizione di Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, e di altri personaggi importanti. I nobili e il popolo di quella regione, cristiani di rito greco, sembrano esserne sempre più alieni «per le tante novità che vedono nascere nel Regno di Polonia circa la religione» e inclinano a Ivan IV.

I nunzi della nobiltà hanno persuaso il re a non concedere la chiesa di Riga a Giovanni Alberto, duca di Mecklenburg-Schwerin, per evitare la nomina in Livonia di un personaggio così vicino alla nobiltà tedesca. Il duca ha perciò lasciato ieri la Polonia.

«Cifra»

Gli eretici hanno tentato invano di inserire nelle risoluzioni della Dieta clausole atte a impedire l’esecuzione delle «leggi che sono a favore della religione et delle Chiese», né hanno ottenuto alcunché rispetto ai beni delle abbazie e alla convocazione del concilio nazionale. La maggior parte dei nunzi della nobiltà è partita. Resta da approvare il decreto sulla contribuzione e i nunzi rimasti tentano in ogni modo di «metter il giogo alle chiese con levar loro l’immunità et applicar le decime ecclesiastiche al servizio della guerra», scelta auspicata anche da alcuni senatori cattolici per liberare i laici dalle contribuzioni.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.

Luoghi rilevanti
Riga