MssCol 603/Lettera 39
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
- Regesto veloce
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Commendone dà conto della situazione religiosa in Cuiavia e a Culma e informa sugli incontri avuti a Danzica.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 39
- Estensione materiale
- cc. 16r-18r
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Danzica
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 19 maggio 1564
- Edizioni del documento
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pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 141-145.
- Regesto approfondito
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L’11 maggio Commendone ha ammonito il capitolo di Cuiavia come aveva fatto con quello di Plozca e ha ricevuto la medesima risposta. Ha visitato anche le parrocchie, i monasteri e le chiese lungo il suo percorso, ammonendone rettori, com’era opportuno. Ha esortato gli arcidiaconi all’obbligo di visitare le chiese, mettendendoli altresì in guardia dagli abusi che ha riscontrato «circa l’administratione et vero uso di sacramenti et in specie del battesimo», dato che in alcuni luoghi «batezzano senza cresma et aspettano doppo molti giorni ad ungere più bambini raccolti insieme». Il giorno dell’Ascensione [10 maggio] Commendone ha celebrato la cresima a Vladislavia per la prima volta dopo 24 anni e vi hanno assistito molte persone.
Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, non ha più inviato un suo messo per risolvere la controversia con Mikolaj Wolski, vescovo di Kiev.
A Culma Commendone ha visitato il monastero cistercense dove dovrebbero essere trasferite le monache di S. Chiara: ha trovato qui due monache di San Francesco e due beghine con licenza dei loro superiori. Commendone attende di conoscere il parere del pontefice riguardo al trasferimento e se «servando quelle suore qualche segno de l’habito antico et qualche oratione della loro proprie» possano unirsi alle due cistercensi.
«Questa città di Culma è immediatamente soggietta al vescovo; nondimeno è quasi tutta heretica et in questi giorni, havendovi fatto il vescovo un editto circa la religione, gli magistrati non hanno voluto obedirlo et se ne sono appellati al re contra la forma de’ privilegi del vescovo, che non riconosce alcun superiore in quella città». Commendone ha offerto a Stanisław Żelisławski, vescovo di Culma, l’aiuto suo e di Stanislao Hosius nella contesa, esortandolo poi a «consecrarsi, et offertoli l’opera mia et di Monsignor Illustrissimo Varmiense [Stanislao Hosius]».
A Danzica, dopo l’incontro con il canonico di Stanislao Hosius incaricato di accompagnare Commendone fino in Varmia, Commendone è stato visitato a nome della città «et presentato di vino secondo il costume di Germania». Stamane i consoli lo hanno accompagnato «con molta demostratione di humanità et di riverentia», al porto dove è stato invitato a pranzo a nome della città. Ha chiesto ai più altri rappresentanti del governo cittadino di liberare il convento di Santa Brigida e il monastero dei domenicani, i soli qui rimasti, dalle nuove gravezze imposte loro. Ha parlato poi delle «cose della religione», della varietà delle eresie e dell’incostanza degli eretici, nonché «della seditioni che introducono et causano ogni giorno per conservarsi l’imperio che par loro haversi acquistato sopra i popoli che gli credano, et il gran pericolo che specialmente corrono le repubbliche in tante mutationi di religioni». Ha infine precisato di aver voluto «ragionar loro di tutto questo non solo come spinto dal debito della charità christiana ma insieme come huomo che, nato in Venetia, […] [amava] la conservatione et salute della republiche». I suoi interlocutori si sono impegnati a liberare i monasteri e lo hanno ringraziato, a nome del Senato, per la benevolenza mostrata nei confronti della loro città. Il primo console ha manifestato molta «sazietà in tante mutationi che si fanno della religione».
A Danzica quest’anno hanno partecipato all’eucaristia secondo il rito cattolico trecento persone, gran parte delle quali hanno assistito ieri alla messa a San Domenico per ottenere una benedizione da Commendone, che li ha confortati.
Dopo l’ammonizione di Commendone due novizie hanno chiesto perdono alla superiora e hanno accettato di prendere il velo per mano sua o di Hosius. Commendone partirà ora per Marienburg per trascorrere la Pentecoste in Varmia con Hosius.