MssCol 603/Lettera 59
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
- Regesto veloce
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Commendone riferisce i pareri contrastanti in merito alla natura del concilio provinciale convocato a Petricovia e informa sull’esecuzione degli editti contro gli eretici. Riporta inoltre quanto discusso nel sinodo provinciale di Rossia.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 59
- Estensione materiale
- cc. 4v-6v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Leopoli
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 12 novembre 1564
- Edizioni del documento
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Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 219-224.
- Regesto approfondito
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Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, e «molti altri» temono, come Commendone, le conseguenze della convocazione del concilio provinciale a Petricovia. «Scheninski, uno dei principali capi eretici» [Mikolaj Sienicki], secondo quanto riferito da Wojciech Sobiejuski, vescovo di Chelma, ne approfitterà per «far ivi cognoscere al mondo chi è veramente heretico». Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, vi vede la convocazione di un concilio nazionale e deplora la scelta del luogo. Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, ha dapprima affermato di non sapere dove e quando sarebbe stato convocato il sinodo per poi invitare, pochi giorni dopo, Commendone a parteciparvi; ha anche dichiarato di aver inviato a Hosius alcuni messi, i quali non sarebbero riusciti a raggiungerlo a causa della peste. All’arcivescovo Commendone ha suggerito di riunire i vescovi a Lovitz e di decidere in quella sede tempo e luogo del nuovo sinodo; non appena raccoglierà denaro sufficiente, gli farà visita personalmente, nonostante nelle zone che dovrà percorrere vi sia ancora pericolo di peste.
Commendone, che partirà questa settimana e porterà con sé i brevi per l’arcivescovo inviatigli da Roma, ha suggerito a Hosius di raggiungere Lovitz «per la via di Lubavia», che si dice sia libera dalla peste.
Giampaolo Alciati Della Motta, Pietro Statorio e Valentino Gentile sono stati cacciati da Cracovia in esecuzione degli editti contro gli eretici e hanno lasciato la Polonia; Bernardino Ochino si è ritirato a Pinczow; a Roma si conosceranno già probabilmente le persone che lo ospitano.
A Danzica la peste ha fatto ravvedere molti, «tanto che la più parte di cittadini, abbandonati li loro ministri, sono come s’intende ricorsi alli frati domenicani per li sacramenti della chiesa et per l’essequie et sepolture sacre, onde alla morte del priore si sono ritrovati tremila thaleri raccolti d’elemosine». I disordini di Posnania interrompono però «questo progresso». Molti chiedono che, prima dell’esecuzione degli editti contro gli eretici, venga dichiarato «per un concilio nationale quali siano gli heretici, et non mancan loro di protettori et di quelli appunto qui videntur esse ex nobis, sed non sunt ex nobis».
Commendone si compiace di aver preso parte al sinodo provinciale di Rossia «per scoprir gli humori et per dar qualche buona piegha et principio et ordine in questa synodo che ci giovasse nel’altra seguente» e, insieme, per rimediare ai vari abusi riscontrati durante il viaggio nella regione. Il primo giorno ha fatto leggere il canone II del decretum de reformatione della sessione XXV in modo che fossero anzitutto accettati i decreti del concilio, si confermasse l’obbedienza a Pio IV e «s’anathematizzassero» tutte le eresie. In un primo momento gli ecclesiastici presenti hanno chiesto l’esame dei decreti e il rinvio dell’approvazione fino al concilio provinciale di Polonia. Alla fine, persuasi da Commendone, i vescovi hanno accettato i decreti, supplicando però il papa di avere riguardo ai bisogni della provincia e di considerare il danno che potrebbe provocare qui l’applicazione dell’obbligo di residenza e del divieto di cumulare benefici ecclesiastici.
Walenty Herburt, vescovo di Premislia, e il vescovo di Chelm sono stati incaricati di trovare la forma più idonea per la fondazione dei seminari. Ad altri vescovi è stata affidata l’esecuzione dei restanti capi che, secondo il concilio di Trento, devono essere trattati in un concilio provinciale. Si è discusso dei numerosi abusi esposti; «del resto» occorrerà trattare nel concilio provinciale di Polonia e, in privato, con Sigismondo II Augusto.