MssCol 603/Lettera 63
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
- Regesto veloce
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Commendone informa sul suo incontro con Jan Krzysztof Tarnowski, conte di Tarnovia, e con Stanisław Spytek Tarnowski, palatino di Sandomiria; riferisce inoltre quanto avvenuto nella Dietina di Sroda in merito ai mandati contro i «trinitarii».
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 63
- Estensione materiale
- cc. 10r-13v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Radomia
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 3 dicembre 1564
- Edizioni del documento
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Pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 230-238 (in traduzione polacca); parzialmente in Historica Russiae Monimenta ex antiquis exterarum gentium archivis et bibliothecis deprompta, ed. A.I. Turgenev, I, Petropoli, typis E. Pratzi, 1841, p. 203.
- Regesto approfondito
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Commendone ha avuto un incontro con Jan Krzysztof Tarnowski, conte di Tarnovia, il quale gli ha spiegato di non essere responsabile del contrasto con Filip Padniewski, vescovo di Cracovia. Il conte si era recato dal vescovo in seguito ai primi scontri tra loro su questioni di vicinato e frattanto gli uomini del prelato avevano provocato ingenti danni e scompiglio nelle terre del Tarnowski. Gli uomini del conte hanno risposto all’offesa, ma Tarnowski stesso aveva impedito ad alcuni nobili di «passar più avanti […] per rispetto della religione»; avrebbe anche voluto riferire l’accaduto a Commendone, che era però in Podolia. Il conte si è detto infine disposto a pacificarsi con Padniewski, esortato dallo stesso palatino di Sandomiria a «non si lasciar condurre ad accender un fuoco che non si ci sia poi aqua abastanza per estinguerlo», essendo «noto che molti nobili, per cagion dell’eresia, purtroppo prontamente si muovono contra li vescovi, li quali nobili non sarebbe poi in sua man di ritenere». Il tentativo di pacificazione non è andato a buon fine per l’opposizione del vescovo di Cracovia, ma il palatino di Sandomiria farà di tutto per ottenere il risultato prima della Dieta di Petricovia. Non potendo discuterne con il vescovo, Commendone ne parlerà con l’arcivescovo a Lovitz.
Janusz Kościelecki, palatino di Siradia e starosta generale di Polonia maggiore, si è rifiutato di pubblicare e di registrare negli atti pubblici il mandato contro i «trinitarii» ottenuto dagli eretici di Posnania «allegando che in esso […] si narrava ciò esser stato desiderio et petitione commune di tutta la nobiltà di due palatinati di Polonia Maggiore, il che i nobili negavano espressamente». Nella Dietina di Sroda - cui ha presenziato lo stesso arcivescovo - i cattolici si sono opposti alle richieste degli eretici e, dopo aspri scontri, hanno avuto la meglio; il palatino si è mostrato molto fermo e si è rifiutato di restituire agli eretici il mandato. La vicenda ha dato molto animo ai cattolici di Polonia Maggiore: «piaccia a Dio – si augura Commendone – che essi cognoscano una volta quanto importi il dimostrarsi uniti».
Il palatino di Siradia ha due figli a Bologna e ogni favore mostrato nei loro confronti sarebbe senz’altro gradito al padre. Opportuno sarebbe anche che Pio IV inviasse due brevi ai palatini di Posnania e Siradia, lodandoli per il loro operato nella Dieta. Suggerisce inoltre di inserire, nella prima lettera che gli sarà inviata da Roma, un capitolo in lode di Adam Konarski, vescovo di Posnania, e di suo fratello per quanto fatto nella Dietina di Sroda; il primo sta ora tentando di ottenere il favore del conte Łukasz Górka, palatino di Calissia, e altrettanto ha promesso di fare Walenty Herburt, vescovo di Premislia.
I moscoviti hanno assediato e preso una fortezza polacca in Lituania che impediva il passaggio per Polosco, «terra principale» occupata dalle forze dello zar.
Commendone ha fatto visita a Radomia a Caterina d’Asburgo, regina di Polonia, per consolarla a nome del papa della morte di Ferdinando I suo padre. La regina gli ha chiesto di ritornare per ragionare più distesamente. Partirà perciò dopodomani, con meno fretta: è confermata infatti la volontà del re che il concilio provinciale non abbia luogo a Petricovia.
«Poscritta»
Commendone trasmette in allegato una scrittura inviata dall’arcivescovo al re in novembre, perché sia presentata al papa, essendo «degna di molta consideratione».
Segue trascrizione della stessa (in latino, senza data propria).