MssCol 603/Lettera 65
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
- Regesto veloce
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Commendone riferisce il colloquio avuto con Jakub Uchański arcivescovo di Gnesna, a proposito del concilio provinciale
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 65
- Estensione materiale
- cc. 15r-19v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Lovitz
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 10 dicembre 1564
- Edizioni del documento
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Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 240-248.
- Regesto approfondito
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Nell’incontro con Commendone a Lovitz Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, si è detto soddisfatto che il concilio provinciale sia stato sospeso perché molti – tra i quali Stanislao Hosius, vescovo di Varmia - «ne havevano prese sinistre sospitioni». Uchański si è rammaricato del fatto che il cardinale lo abbia indirettamente accusato di aver suggerito a Sigismondo II Augusto di invitare gli eretici al concilio provinciale, trasformato così in un concilio nazionale; si è difeso opponendo di aver voluto, per questa via, procurare l’approvazione dei decreti del concilio di Trento da parte anche degli eretici, dopo che a Parzow era stato deciso di discuterne nella successiva Dieta.
Commendone ha confermato la stima sua personale e di Hosius all’arcivescovo, ma ne ha stigmatizzato il comportamento, tanto più che gli aveva già fatto presente che in quel concilio non si sarebbe potuto ascoltare gli eretici né «essaminar dogmi», a pena di gravi pericoli.
Commendone aveva anche sollecitato Uchański a convocare i vescovi «secondo il solito costume», e a riferirgli le risposte dei prelati. Cosa che non ha fatto, mentre ha menzionato nella convocazione del concilio il consenso, mai accordato, di Commendone e di Hosius. Paweł Tarło, arcivescovo di Leopoli, e i membri del concilio provinciale di Rossia si sono detti offesi dall’intimazione di Uchański al clero di Rossia di partecipare al sinodo provinciale di Polonia, pur riconoscendo l’autorità di primate dell’arcivescovo. Anche il clero della provincia di Gnesna ha protestato perché, diversamente dal consueto, non ha ricevuto indicazioni riguardo tempo, luogo e argomenti del concilio. Commendone ha invitato quindi l’arcivescovo a migliorare i rapporti con il suo clero, ricordandogli come, in Posnania, quaranta nobili eretici siano riusciti ad ottenere il mandato contro gli editti del re. In Senato, oltre agli ecclesiastici, due terzi dei palatini, gran parte dei castellani e dei rappresentanti della nobiltà inferiore sono cattolici: se fossero uniti, «la causa della religione sarebbe in molto migliori termini». Commendone ha richiamato l’arcivescovo al suo impegno a favorire l’unità del clero, «sopratutto cercando di riacquistar la gratia di laici primamente con viver bene, con distribuir christianamente l’entrate loro, con tener appresso di sé molti figlioli di nobili sì per instituirgli nella religione catholica, et sì per guadagnarsi, con questo beneficio, l’animi di padri et […] con ritrovarsi sempre alle particolari Diete per aiutar gli oppressi, per ovviar alle turbolente commissioni date alli nuncii della nobiltà et per far elegger nuncii catholici, inanimando et promuovendo a tal officio coloro che si cognoscono esser veramente catholici et soccorrendoli di dinari acciò possano tolerar le spese nella Dieta del Regno et parimente sovvenendo nella stessa Dieta i senatori catholici che, per non poter regger alle spese, o non ci vengono o partono tosto, onde la fede et la Chiesa si lascia in preda alli heretici». A tale proposito Commendone ha elogiato l’arcivescovo per quanto operato nella recente Dietina di Sroda.
L’arcivescovo ha allora promesso che sosterrà Andrzej Kościelecki, palatino di Posnania, e Franciszek Russocki, castellano di Nakło – qualora quest’ultimo accetti l’incarico di nunzio di Polonia Maggiore – perché possano partecipare alla Dieta generale. Riguardo al rapporto con il clero, ha riferito come Filip Padniewski, vescovo di Cracovia, lo aveva dapprima invitato a Ilza, ma poi si era allontanato da casa sua pur di non incontrarlo. L’arcivescovo si è detto disponibile a incontrare tutti i vescovi alla presenza di Commendone, sebbene gli stessi prelati lo avessero già esortato a limitare i contatti con il nunzio pontificio. Ha comunque obiettato che, dati i tempi stretti per convocare i vescovi a Lovitz, si sarebbe dovuto discutere del nuovo concilio provinciale già a Petricovia; ha infine invitato Commendone a fare nuovamente istanza per l’esecuzione del concilio di Trento e a sollecitare a Roma l’invio del catechismo, del messale e del breviario redatti dal concilio di Trento.
Commendone partirà domani.
«Cifra»
Si sarà visto come l’arcivescovo procede. Egli vorrebbe far ridiscutere in Senato l’approvazione dei decreti del concilio di Trento e, dopo che il concilio provinciale da lui promosso è stato interrotto, intende «far il medesimo nella Dieta et introdur in questo Regno certe sue chimere di concordia nella religione». Ha pubblicato un invito alla Dietina provinciale di Polonia Maggiore «a chiunque pretendesse interesse nelle cose della religione», nonostante il re non lo abbia inserito nell’intimazione della Dieta. Uchański insegna di fatto «agl’heretici a dire, come molti già dicono, esser necessario di determinar prima in una Dieta di questo Regno quali siano gli heretici». Commendone non ha affrontato apertamente l’arcivescovo per non compromettere il rapporto con lui; nel colloquio ha fatto però riferimento a quanto si dice di lui, in particolare che avrebbe fatto tradurre la Confessione Augustana in polacco. Il suo ruolo impone di procedere con cautela, ma dal colloquio risulta come l’arcivescovo stia «fermo nel suo proposito di condur o per forza o per inganno queste sue prattiche. Qui sta il punto, et qui conviene star attenti et opporsi gagliardamente con spingerli anco contra gl’altri prelati». Commendone ha scritto a Hosius per chiedergli di raggiungerlo; incontrerà poi il re a Petricovia.
- Note libere
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Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.