MssCol 603/Lettera 67
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
- Regesto veloce
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Commendone informa sul colloquio con Sigismondo II Augusto a proposito della nomina del nuovo starosta generale di Polonia Maggiore e del concilio provinciale. Riferisce inoltre i sospetti sul papa suscitati nel sovrano da alcune false voci.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 67
- Estensione materiale
- cc. 21v-24v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Petricovia
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 15 dicembre 1564
- Edizioni del documento
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Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 252-258.
- Regesto approfondito
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Commendone ha consegnato a Sigismondo II Augusto il breve di Pio IV e si è rammaricato per il mandato concesso agli eretici. Il sovrano si è difeso affermando di aver emesso quel mandato per evitare che i conflitti in Posnania degenerassero, turbando lo svolgimento della Dieta; la pubblicazione del mandato era stata però fortunatamente impedita dallo starosta generale di Polonia Maggiore Jan Kościelecki, palatino di Siradia, ora morto. Dopo aver ricordato il predecessore di Kościelecki, un eretico «che machinava contro lo stato», il re ha espresso la volontà di nominare un cattolico a quella carica, «dolendosi però di non haver copia di persone atte a questo, e di non poter esser anco ben certo di chi fusse catholico». Il sovrano ha acconsentito alla richiesta di Commendone di sottoporgli preventivamente il nome del prescelto per una verifica.
Commendone ha esposto al re i rischi della convocazione degli eretici al sinodo provinciale; il sovrano si è detto disponibile a discuterne più ampiamente con Commendone, sebbene abbia proibito per ora il concilio provinciale. Commendone preferirebbe fosse presente anche Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, il quale è stato convocato dallo stesso re, ma, «tenendo questa synodo provinciale per nationale», ha deciso di non presentarsi né al concilio né alla Dieta. Il re lo ha invitato a raggiungere comunque la città entro la fine della Dieta. Commendone farà lo stesso: la presenza di Hosius aiuterebbe molto a prendere qualche decisione riguardo al concilio provinciale.
Dopo la morte di Stanisław Narkustki, vescovo di Samogizia, Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, e i Radziwiłł non sono riusciti a ottenere la successione di «un parente loro, grand’heretico».
I «trinitarii» non hanno più protestato contro il mandato sugli eretici, dopo quanto avvenuto alla Dietina di Sroda. Si dice che attendano la Dieta per avanzare le loro rimostranze.
«Poscritta»
Sono state trovate tracce di veleno nel corpo del palatino di Siradia e si ritiene per certo che sia stato avvelenato dagli eretici alla sua partenza da Sroda.
«Cifra»
Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, ha riferito a Commendone che l’avviso dell’ambasceria di Wolfgang Schutzbar, maestro di Prussia, è giunto «per via di Lubecca». Lo stesso vicecancelliere ha cercato, in assenza di Commendone, di togliere al re il sospetto di una possibile alleanza tra il papa e Ivan IV. Commendone teme di accrescere la diffidenza del sovrano tornando specificamente sulla questione, ma lo farà comunque. Circola inoltre la falsa voce che Pio IV, spinto da Massimiliano II, voglia rompere la pace stipulata tra Sigismondo I e Alberto I, duca di Prussia, e addirittura quella tra il re polacco e Wilhelm von Fürstenberg, maestro di Livonia. Anche il re lo aveva sospettato, dopo aver appreso che Commendone aveva avuto diverse scritture sull’argomento, ma si era poi ricreduto e aveva inviato a Commendone scorte per il suo viaggio in Rossia, mostrandogli così la propria fiducia. «Queste et simili calunnie, benché convien far degl’officii per levarle, non nociono però sempre tanto quanto altri se ne sappia destramente valere».
Seguono trascrizioni della copia della lettera del re di Polonia al papa del 9 agosto 1564 (sulla presentazione e approvazione dei decreti del concilio di Trento) e della risposta del papa del 3 novembre 1564.
- Note libere
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Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.