MssCol 603/Lettera 74

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
Regesto veloce

Commendone aggiorna sulle mosse degli eretici; riferisce altresì l’ordine del re di predisporre la fondazione di un collegio gesuita a Vilna.

Numero documento
74
Estensione materiale
cc. 34r-37r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
12 gennaio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 9-14.

Regesto approfondito

Adam Konarski, vescovo di Posnania, ha riferito a Commendone che gli eretici di Polonia Maggiore hanno redatto una «racolta o catalogo» di nobili eretici i quali avrebbero sostenuto la richiesta al re del mandato che corregge gli editti di Parzow contro gli eretici. Ciò in risposta alle accuse della Dietina di Sroda nei loro confronti per aver proceduto senza consenso della nobiltà.

Lo stesso Konarski ha aggiunto che nella città di Posnania, rimasta per lo più cattolica, è stato appena emesso un decreto che vieta agli eretici l’accesso alle cariche pubbliche e alle arti.

Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, ha informato Commendone che Bernardino Ochino si trova nelle vicinanze del «monte Carpato», ai confini d’Ungheria, presso Hieronim Filipowski, «principal trinitario». «Io da alcuni italiani che sono qui ho inteso che, il primo dì che esso Occhino si mostrò in Cracovia, disse a quelli italiani che lo visitarono “fratelli, voi sete venuti a vedere un apostolo di Jesu Christo, il quale sopporta tante fatiche et persecutioni per la verità, et benché non mi sia data podestà di far miracoli, assai miracolo è questo che io le sopporti potendo, com’io veramente posso, affirmar veramente d’haver tollerato sin hora più per Dio che qualunque altro apostolo”. Il Lutomirski [Stanisław Lutomirski] […] ha mandato a questi dì fuori certi processi o intimationi d’una synodo d’heretici come sopra intendente loro, invitandoli tutti a celebrar una santa, vera, legitima et prima synodo dal concilio delli apostoli sin ai nostri tempi. […] Deputa ad una parte d’heretici il castel di Pinzow et alli altri il castello di Chions vicino l’un al altro. […] Già s’intende che a Scrino gli heretici hanno fatta una congregazione come una synodo diocesana precedente alla suddetta di Pinzow, nella qual synodo sono occorse assai contese, parendo strano a molti di sentir sì frequenti mutationi di dogmi, unde un certo italiano et un altro Daniel polono, loro ministri, hanno avuta gran fatica di quietar questi romori con dire che il signor Dio a poco a poco si va più scoprendo, et che a coloro i quali hanno una volta aperta la porta a Nostro Signore Jesu Christo non conviene di resistere alle revelationi che sono lor fatte et augmentate da Dio di giorno in giorno».

Commendone ha più volte sollecitato il re a favorire la fondazione di collegi gesuiti «come presidii della religione in alcuni luoghi principali del Regno», tra cui Vilna. Il sovrano ha ora ordinato di invitare Diego Lainéz a erigere un collegio intero in «un luogo proprio di Sua Maestà» in quella città. Ciò sarebbe sicuramente d’aiuto per quella regione, la quale «non ha né lettere né preti se non tolti di Polonia, et vi vanno solamente coloro che non hanno qui recapito, persone per il più senza dottrina et costumi, tal che parimente i putti della nobiltà sono pessimamente disciplinati, da che nasce poi quel disordine et quelli inconvenienti che in quella provincia si surgono et tuttavia crescono in infinito». Commendone raccomanda di inviare buoni lettori e predicatori «perché quel collegio sarà come una università di tutta la Lythuania». Commendone, convinto del «frutto che fanno», premerà sul re perché stabilisca altri collegi.

Bernardin Bochetel, ambasciatore francese all’imperatore, e Franciszek Krasiński, inviato polacco all'imperatore, hanno lasciato la corte cesarea: il secondo, in particolare, ha addotto l’arresto del «maestro della posta di Polonia» a Vienna, poi liberato da Massimiliano II. Le lettere per l’inviato polacco sono state consegnate, tranne quelle indirizzate a Vienna o in Ungheria: l’imperatore ha infatti scoperto che alcune missive destinate a Giovanni Sigismondo Szapolyai sono state inviate «sotto coperta» a Giovanni Giorgio Biandrata, «un de’ primi autori della setta di trinitarii in questo Regno et hora medico del detto transilvano».

«Cifra»

Nei vari «conventiculi» svoltisi in questi giorni, gli eretici hanno concluso che il miglior modo per annullare gli editti di Parzow sia convocare un concilio nazionale che definisca anzitutto chi è eretico; «si fondano, oltre il resto, sulle parole dette dall’arcivescovo in Sroda». «Alcuni signori» hanno chiesto al vescovo di Posnania – secondo quanto riferito a Commendone dallo stesso prelato – di non impedire tale concilio per il bene del Regno. Si sa che gli eretici hanno deciso anche di offrire una contribuzione al re per ottenere la nomina di uno di loro come starosta generale di Posnania, giurando di fare il possibile per tenere le loro «sette» unite contro i cattolici.

Quasi tutti i cattolici del palatinato di Posnania hanno aderito al documento stilato in opposizione a quello degli eretici ad eccezione di pochi, che attendono di vedere prima «qual union di prelati et d’altri catholici si scopriria nella presente Dieta».

L’arcivescovo ha esortato nuovamente il vescovo di Posnania ad aiutarlo a riunire un concilio nazionale: dato che i principi italiani tramano già per usurpare tutti i beni ecclesiastici, l’arcivescovo riteneva che sarebbe stato utile anticipare i tempi giungendo a un accordo con gli eretici. Commendone teme che l’arcivescovo voglia persuadere i vescovi a condurre uno scisma che cova «sin dal tempo dell’appellatione che fece da Nostro Signore alla Dieta del Regno»; cercherà perciò di ottenere maggiori informazioni sulle mosse dell’arcivescovo attraverso il vescovo di Posnania.

Ricorda la questione dei brevi per le facoltà richieste; chiede infine che Borromeo inserisca, in una sua lettera, un capitolo in cui manifesta sorpresa per i progetti dell’arcivescovo quanto al concilio nazionale, dopo aver avuto notizie favorevoli sul suo conto da Commendone.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.