MssCol 603/Lettera 78

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
Regesto veloce

Commendone aggiorna sulle discussioni tra i nunzi della nobiltà circa la proposta di trattare nella Dieta le «cose della religione»; riferisce, in particolare, le accuse mosse contro il papa e contro lui stesso da Jakob Ostroróg.

Numero documento
78
Estensione materiale
cc. 40r-41v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
20 gennaio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Abertandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 20-22.

Regesto approfondito

Nei giorni scorsi si sono svolti vari «conventiculi» eretici; questa mattina i nunzi della nobiltà si sono riuniti per discutere sugli argomenti da trattare nella Dieta. Jakob Ostroróg, «authore del tumulto in Posnania» e molto stimato tra i nunzi della nobiltà eretici, ha proposto di chiedere al re di trattare «delle cose della religione» o in subordine di stabilire un concilio nazionale per porre fine ai disordini nel Regno. I nunzi cattolici hanno opposto di non aver avuto alcuna commissione in merito dalle Dietine e di ritenere che sia lecito trattare le «cose di religione» solo nei concili universali, mentre gli eretici hanno deciso che faranno separatamente istanza per un concilio nazionale.

«Cifra»

Più della metà dei nunzi della nobiltà presenti alla Dieta è costituita da eretici. Jakob Ostroróg, nel suo discorso, ha identificato Pio IV come il maggiore nemico del re, accusandolo di tramare con Ivan IV e con Massimiliano II, di pretendere «d’esser patron di questo Regno, sì che a lui tocchi di darlo a chi li piace, et che però ha fatto legger et approbar nel concilio di Trento alcune bolle di queste sue ragioni, et qui poi ha fatto fraudolentemente instanza che s’accetti il concilio di Trento, et continova a tener qui il noncio acciò che, se non prima occorrendo la morte del re nostro, s’intrometta nel governo et dia il regno ad altri principi. Questo noncio esser stato in più provincie, tener prattiche con molti principi, haver già veduto tutto il lor paese et cognosciuto tutte le forze del Regno et la dipendenza di tutti et qui ancora haversi fatto gran seguito de’ senatori et d’altri». Ostroróg ha quindi sottolineato la necessità di sollecitare il re a non accettare più nunzi pontifici nel Regno e, in particolare, a congedare Commendone, che finge «di sprezzar alcune cose con sola mira d’esseguir i suddetti disegni del suo pontefice».

Il discorso di Ostroróg ha diviso i nunzi della nobiltà: alcuni hanno osservato che è possibile vedere gli effetti delle trame di Commendone nel sostegno datogli da alcuni «noncii evangelici». Alla fine tuttavia gli avversari di Ostroróg hanno avuto la meglio. A chiunque gliene parli Commendone mostra il suo stupore per il fatto che Ostroróg lo ritenga in grado di dare e togliere regni; lo colpisce però veder in atto quanto aveva già rilevato nella Dieta di Varsavia, quando Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, e Filip Padniewski, vescovo di Cracovia, lo sollecitavano a «produr le bolle delle ragioni del pontefice in questo Regno».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.

Luoghi rilevanti
Varsavia