MssCol 603/Lettera 83

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quarto
Regesto veloce

Commendone aggiorna sull’istanza dei nunzi al sovrano perché riprenda a convivere con la consorte e sulle opinioni voci che circolano riguardo alla regina.

Numero documento
83
Estensione materiale
cc. 2v-4v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
29 gennaio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 33-36.

Regesto approfondito

L’altro ieri in Senato Jakub Ostroróg ha proposto, a nome dei nunzi della nobiltà e in assenza di Sigismondo II Augusto, di esortare il sovrano a riprendere la coabitazione con Caterina d’Asburgo e a «imitar il re David et emendarsi dal peccato», riparando così «al pericolo […] che soprasta […] per non haver la Maestà Sua figlioli». Si è detto pronto a restituire agli ecclesiastici «qualunque cosa loro appartenesse», invitando anche gli altri a mettere da parte i propri interessi e le ingiurie a favore del «beneficio pubblico».

Il re, informato dell’istanza dall’arcivescovo, ha ammesso che giustificare l’assenza della consorte con l’uso di allontanare le regine durante le Diete, non reggerebbe davanti a Dio. Esporrà quindi i suoi «perpetui stimoli di coscienza» al Senato e si consulterà con i senatori in merito.

Gli inviati di Giovanni Alberto, duca di Mecklenburg-Schwerin, di Massimiliano II e di Augusto I, elettore di Sassonia, hanno chiesto la liberazione di Cristoforo, duca di Mecklenburg-Schwerin, attualmente recluso nelle carceri polacche.

Pare che non vi siano nuove dal fronte russo a causa della neve.

«Cifra»

I nunzi cattolici sono riusciti a ottenere che si sollecitasse il re soltanto a coabitare con la regina, mettendo in evidenza i pericoli che la mancata convivenza potranno arrecare a tutto il Regno. «Il re ha preso tempo a risponder. Quello che Sua Maestà dice che la coscienza lo punge temo che voglia dire che hora stia in perpetuo incesto, il che mi ricordo che l’arcivescovo mi disse a Varsavia ragionandomi di questo divortio».

Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, ha comunicato ad Adam Konarski, vescovo di Posnania, che il sovrano è deciso a lasciare la moglie. Gli ha riferito che molti sostengono che «la dispensation in primo grado non tenga, et che la regina ha il mal caduco», che si sia procurata un aborto per odio verso il Regno e che il sovrano non avrà mai figli da lei. Altri ritengono che i vescovi approvino il divorzio, ma il vescovo di Posnania ha riferito all’arcivescovo di essere contrario. Lo stesso arcivescovo ha concesso al vescovo di Posnania di lasciare la Dieta a causa di una indisposizione, ma gli avrebbe detto di sperare che al suo ritorno sarà già stata ottenuta la restituzione delle decime. Non c’è dubbio che la proposta degli eretici sul recupero delle decime sia stata avanzata per ottenere il sostegno dei prelati al divorzio. Commendone teme, in particolare, «l’insolita strettezza» tra l’arcivescovo e Filip Padniewski, vescovo di Cracovia, pronto a tutto pur di riprendersi le decime.

Diversamente da prima, Commendone ritiene che ora non sia più sufficiente evitare che si parli del divorzio, ma occorra opporvisi apertamente; Commendone invia un duplicato della lettera che ha scritto da Brezow circa i colloqui avuti con la regina in merito.

Commendone lamenta i ritardi delle lettere in arrivo dall’Italia; teme tra l’altro che Giovanni Battista Puccini abbia fatto intercettare le sue lettere per scoprire la sua opinione sul divorzio del re.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco. Allegato annunciato non trascritto.

Luoghi rilevanti
Varsavia