MssCol 603/Lettera 86

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quarto
Regesto veloce

Commendone riferisce sui suoi contatti con i vescovi riguardo alle questioni del divorzio del re e del contributo del clero alla guerra; informa sull’adesione di Giovanni Sigismondo Szapolyai, voivoda di Transilvania, alla confessione d’Augusta.

Numero documento
86
Estensione materiale
cc. 10r-12v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
1 febbraio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 46-51 (in traduzione polacca); parzialmente in Historica Russiae Monimenta ex antiquis exterarum gentium archivis et bibliothecis deprompta, ed. A.I. Turgenev, I, Petropoli, typis E. Pratzi, 1841, p. 205.

Regesto approfondito

Oggi, durante una riunione dei vescovi, Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, ha chiesto il parere di Commendone sul divorzio di Sigismondo II Augusto, e sulla richiesta che sarà presentata dai nunzi della nobiltà di obbligare gli ecclesiastici all’«espeditione bellica», oltre che alle contribuzioni per la guerra.

Riguardo al divorzio del re, Commendone ha fatto riferimento al capitolo 18 del Levitico e ha nuovamente ricordato la vicenda di Enrico VIII, indicando il capitolo 20 del Levitico e il 25 del Deuteronomio. Ha sottolineato che occorrerà opporsi – come già accaduto a Varsavia – al coinvolgimento nella guerra degli ecclesiastici. Ha inoltre auspicato che questi ultimi versino volontariamente la contribuzione per la guerra per zittire gli «adversarii» e per evitare di essere poi costretti a concederla come in passato.

I prelati hanno approvato i rilievi di Commendone su quest’ultimo punto e gli hanno chiesto aiuto per darvi corso, ma non hanno aggiunto altro sul divorzio; l’arcivescovo invece ha replicato che «quello che da principio non consiste tractu temporis non convalescit». Qui Commendone ha risposto che l’unione del sovrano era solida fin dal principio, in quanto non proibita iure divino ma iure positivo, ostacolo rimosso da una dispensa. L’arcivescovo ha chiesto allora perché il papa «come alhora poté dispensare per il matrimonio non può dispensare hora per il divorzio» e Commendone ha ribattuto che, una volta ricevuta la dispensa, il matrimonio non è più de iure positivo ma sacramento e, come tale, non soggetto a dispensa. Ha quindi esortato l’arcivescovo e i prelati a renderne edotto il re per evitare quanto avvenuto in Inghilterra dove – «gran causa» del divorzio del re – avevano subito la requisizione dei loro beni e la decadenza dei vescovi e dell’arcivescovo.

L’arcivescovo ha detto di sperare che ciò non accada anche in Polonia. Commendone ha esortato i vescovi a trarre insegnamento dai casi del passato. I vescovi hanno quindi assicurato che non daranno «principio a questa prattica» e non ne scriveranno al papa.

Dopo la legazione inviata da Massimiliano II a Sigismondo lo scorso anno, la «causa della regina [Caterina d'Asburgo]» è rimasta in sospeso e sono cresciuti i sospetti tra i due a causa dell’invasione di territori imperiali da parte di Giovanni Sigismondo Szapolyai. Commendone ha appreso, quando era in viaggio tra Rossia e Transilvania, che Szapolyai «s’era dichiarato della confession augustana» e che «havea già distrutti gl’altari eccetto uno solo, dove facea celebrar la messa senza il canone». Szapolyai lascia però «che quelli pochi preti che restano ancora dicano la lor messa in una cappella vicina alla chiesa né ha lor tolto sin hora l’argenterie».

È morto Wilhelm von Fürstenberg, maestro di Livonia, partito alla volta di quella regione per istanza dei moscoviti.

«Cifra»

I lituani hanno chiesto, all’insaputa del re, una tregua a Ivan IV. Secondo Commendone Sigismondo tenterà di «liberarsi da quella parte», temendo qualche intervento dell’imperatore e «per rispetto di questa prattica del divortio».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.

Luoghi rilevanti
Varsavia