MssCol 603/Lettera 95
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quarto
- Regesto veloce
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Commendone riferisce i suoi colloqui con Sigismondo II Augusto riguardo alle conseguenze della conversione di Giovanni Sigismondo Szapolyai.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 95
- Estensione materiale
- cc. 24r-25r
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Petricovia
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 20 febbraio 1565
- Edizioni del documento
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Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 71-73.
- Regesto approfondito
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Commendone ha appreso che un anno fa Giovanni Sigismondo Szapolyai, «a persuasion del Brandrata suo medito heretico [Giovanni Giorgio Biandrata] et a petition di sudditi, si condusse a far disputar gli ministri di sassoni, che sono della confessione augustana, con gli ministri delli unghari, che sono sacramentarii, et fu presente alle dispute et poco poi mostrò d’adherire alli sacramentarii, frequentando le loro prediche, con grandissimo dispiacere di sassoni, i quali sono i più civili popoli et che hanno le meglior terre della Transilvania. Poi a settembre si risolse di dar la chiesa cathedrale d’Alba Julia, dove egli risiede, alli detti sacramentarii, commettendo alli catholici che se vogliono pur celebrare secondo il nostro rito lo facciano in un’altra picola chiesa. Non ha però fin hora usurpato l’entrate deli canonici, né delli monachi che restano anchora et al predicatore suo sacramentario ha ordinato che non disputi né tratti di dogmi ma solo dichiari semplicemente il vangelo et ammonisca gli auditori et gl’essorti a ben fare».
Commendone ha condannato il comportamento del voivoda di Transilvania con Sigismondo II Augusto, sottolineando come, «oltre la vera et principal perdita dell’anima, con una tal risolutione si havea affatto perso la gratia di sassoni, non acquistando molto con gl’unghari».
Il re ha affermato di aver già rimproverato il voivoda per questa «sua mutatione» e di aver ricevuto per tutta risposta la richiesta di centomila scudi del legato di Bona Sforza. Il sovrano ha replicato che l’eredità della regina è ora «in potere» di Massimiliano II, invitandolo a metter fine ai «movimenti» in Ungheria e a giungere a una pacificazione.
La conquista del castello di Tokaj, avvenuta per mano dei «tedeschi» è ritenuta importante, per la posizione lungo il corso del Tibisco.
«Cifra»
Un «dottor del Transilvano» è stato ricevuto più volte dal sovrano e ora è ripartito. Si dà per certo che il re ha rifiutato di fornire uomini e denaro al voivoda di Transilvania e che lo ha invitato a porre fine al conflitto, tanto più che ha passato il Tibisco contro l’espressa proibizione di Solimano I. «Sopra il qual punto intendo che Sua Maestà s’è molto riscaldata con riprenderlo che si lascia girare da poco boni consiglieri così nelle cose dello stato come […] nelle cose della religione, con la mutation della quale, oltre il resto, lui s’è fatto odioso alli sudditi suoi di quelle sette alle quali non adherisce, il che ha già provato in effetto nella ultima Dieta, nella quale non ha potuto ottener pur una minima contributione contra l’imperatore».
- Note libere
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Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.