MssCol 603/Lettera 118

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quinto
Regesto veloce

Commendone riferisce su quanto deliberato in Senato circa la giurisdizione ecclesiastica e sul colloquio avuto con Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, a tale proposito.

Numero documento
118
Estensione materiale
cc. 12r-15r e 19r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
3 aprile 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 142-147.

Regesto approfondito

Ieri Commendone aveva concordato con Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, di ritrovarsi in casa di Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, in vista del Senato di oggi, in modo da poter intervenire in caso di necessità. Oggi, dopo lunga attesa, Filip Padniewski, vescovo di Cracovia, ha fatto avvertire Commendone e Hosius che i senatori, ieri quasi tutti a favore degli ecclesiastici, hanno ritirato il loro sostegno o non si sono presentati. Sigismondo II Augusto ha così approvato, su istanza dei nunzi della nobiltà, la costituzione qui allegata in copia, contro la quale hanno protestato tutti gli ecclesiastici e un solo laico, Florian Kaspar Zebrzydowski, castellano di Lublino.

Insieme a quest’ultimo, Commendone, Hosius, il vescovo di Posnania Adam Konarski e il vescovo di Chelma Wojciech Sobiejuski stamane hanno redatto la protesta allegata, fatta recapitare al sovrano. Sigismondo ne è rimasto turbato e ha deciso d’inviare a Commendone e Hosius il vescovo di Posnania per avere il loro parere sul da farsi ed esortarli a non partire. Commendone ha chiesto, anche a nome di Hosius, la correzione del decreto.

Il re ha quindi inviato a Commendone il vicecancelliere Piotr Myszkowski, il quale ha riferito che il sovrano non ritiene d’aver leso la giurisdizione ecclesiastica – dato che i vescovi stessi da diversi anni l’avevano di fatto sospesa «anzi non l’haver mai esercitata se non nelle decime». Ha poi osservato che la nuova costituzione ripropone il decreto di Petricovia emanato due anni fa e che, nel caso vi sia «qualche scrupulo», si potrà ancora rimediare, essendo ancora in corso la Dieta. Ha aggiunto infine che il re è dispiaciuto dell’intenzione di Hosius e Commendone di partire.

Commendone, soffermandosi sui termini usati nella costituzione, ne ha sottolineato le implicazioni: rivolta contro gli ecclesiastici, essa è stata fatta dal sovrano «ad certorum hominum praescriptum», quindi va anche contro il re, contro il Senato e tutto il Regno. Inoltre, se anche i vescovi non han curato la giurisdizione ecclesiastica e l’han lasciata sospendere anni fa a Varsavia, non è ammissibile che sia loro tolta «per costitutione pubblica di Sua Maestà». Occorrerà quindi ora trattare con i vescovi. Commendone ha infine deplorato che i nunzi della nobiltà «regnino soli et con l’esca di queste misere contributioni ardiscano et ottengano ogni cosa da Sua Maestà contra Dio, contra la patria, contra se stessi». Il vicecancelliere si è impegnato a riferire al re e a fare il «debito suo», come in effetti ha sempre fatto.

Commendone osserva che i vescovi, avendo «già più anni spezzata et sospesa, in gratia agli heretici, la giurisditione spirituale per goder pacificamente le lor decime», siano ora costretti, pur di mantenerle, a rivendicare – inutilmente – la giurisdizione. «Furono sì ciechi – conclude – che sperorno di poter mantenere lungamente le decime senza esser vescovi, non viddero che l’officio spirituale e l’anima, onde vive il corpo di questi beni temporali, et che, spenta questa anima, poco può durare il cadavere delle cose temporali et questo è loro già avvenuto. Cognoscitur Dominus iudicia faciens in operibus manuum suarum comprehensus est peccator [Salmo 9:17]».

 «Cifra»

I vescovi hanno deliberato di opporsi tutti insieme a qualunque contribuzione fino a quando il re non avrà restituito la giurisdizione ecclesiastica.

Seguono trascrizioni: 1) di un mandato giudiziale emesso nel 1562 a Petricovia a istanza dei nunzi della nobiltà; 2) della «constituzion moderna» emanata il 2.4.1665 a Petricovia; 3) della protesta indirizzata al sovrano da Commendone e Hosius, tutti in latino.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco, trascritto a c. 19r.

Luoghi rilevanti
Varsavia