MssCol 603/Lettera 119

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quinto
Regesto veloce

Commendone riflette sulle conseguenze della costituzione appena approvata e sulla possibilità che scateni nuovi disordini.

Numero documento
119
Estensione materiale
cc. 15r-15v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
2 aprile 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 147-149.

Regesto approfondito

Commendone si compiace che Pio IV sia soddisfatto del suo operato e attende le informazioni annunciate sulla questione del matrimonio di Sigismondo II Augusto e sul caso di Stanisław Orzechowski. Assicura che nel concedere le dispense indicate si muoverà con grande circospezione.

Non ha ancora consegnato al re il breve per Pietro Barzi, né ha discusso con lui del collegio gesuita di Vilna a causa degli «altri maggiori impacci»; Commendone ha consegnato a Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, la lettera di Borromeo.

Annota che ha trattenuto la lettera presente fino al 3 aprile; quanto accaduto fino a tale data è esposto in in una lettera a parte, che giungerà per altra via insieme a quelle del 29, 30, 31 marzo e primo aprile.

 «Cifra»

Commendone ritiene che l’ultima costituzione, che reitera quella di Petricovia di due anni fa e un’altra più antica «la quale è molto chiara per noi», non farebbe danno agli ecclesiastici se «le cose andassero per ragione». Ciò che preoccupa è che «gli heretici vadano così continovando il possesso dell’impunità, anzi che con simili leggi s’apra loro sempre più la via alla licenza». Commendone cercherà quindi di convincere i nunzi della nobiltà cattolici a protestare contro questa costituzione prima che sia letta in Senato, al che i nunzi eretici o si placheranno o risponderanno con la forza, «onde si venga in fine a qualche gran rumore – et quanto prima tanto meglio –, essendo che senza questo a mio parere è impossibile che questo Regno si risani» e «converrà che la postema si tagli, come più volte ho scritto».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.