MssCol 603/Lettera 124

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quinto
Regesto veloce

Commendone informa sui colloqui avuti da Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, con Sigismondo II Augusto riguardo alla costituzione sulla giurisdizione dei vescovi e al matrimonio del re; aggiorna inoltre sulle trattative in corso tra Giovanni Sigismondo Szapolyai e Massimiliano II.

Numero documento
124
Estensione materiale
cc. 20r-22r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
12 aprile 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 157-160.

Regesto approfondito

Dopo la protesta dei nunzi della nobiltà cattolici, Sigismondo II Augusto ha assicurato, nell’udienza concessa il 9 aprile a Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, che la nuova costituzione non pregiudica il clero, essendo conforme al decreto di Petricovia, al quale darà esecuzione, evitando disordini maggiori. Il sovrano è quindi passato a parlare del suo matrimonio e delle scritture da lui fatte redigere in proposito. Si è detto ormai convinto della legittimità dell’unione con Caterina d’Asburgo, ma ha ribadito che non potrà avere relazioni con la moglie. Hosius lo ha invitato a riprendere intanto la coabitazione e a mostrarsi «palesemente cattolico». Sigismondo ha ribadito di avere ferma intenzione di «morir nella fede de’ suoi maggiori».

Hosius si è quindi licenziato, dato che intende trascorrere la settimana santa nella sua diocesi, e ha comunicato al re la sua intenzione di far visita alla regina a Radomia. Commendone farà altrettanto per venir incontro al desiderio di Caterina di parlargli nuovamente.

La composizione della contesa tra Filip Padniewski, vescovo di Cracovia, e Jan Krzysztof Tarnowski, conte di Tarnovia, è ancora sospesa. Hosius e Commendone hanno insistito in proposito con il vescovo, il quale ha infine redatto una «forma di concordia» diversa da quella sinora negoziata. Stanisław Spytek Tarnowski, palatino di Sandomiria, che ha fino ad ora trattato sulla base di un altro accordo, è partito non appena appresa la decisione del vescovo. Commendone ha chiesto a Spytek Jordan, palatino di Cracovia, parente del conte e amico del vescovo di Cracovia, di adoperarsi per una soluzione in occasione del matrimonio delle figlie del palatino di Sandomiria, cui sarà presente anche il conte.

Giovanni Sigismondo Szapolyai ha fatto sapere d’aver inviato due ambasciatori alla corte cesarea per negoziare la pace e chiede a Sigismondo di mandarne uno proprio «per aiutar questo negotio». È stato perciò designato Franciszek Krasiński, arcidiacono di Calissia e segretario del re.

 «Cifra»

Commendone ha fatto e fa tuttora ogni «officio» affinché Szapolyai sappia che un accordo è la scelta migliore per lui; il voivoda, «vedendosi senza soccorso del Turco [Solimano I], s’era contentato di lasciar il titulo d’eletto re d’Ungheria et riservandosi solo la Transylvania con titulo di duca [et di] lasciar tutto il resto all’imperatore».

Commendone teme che Szapolyai possa cambiare idea, ora che Solimano, in seguito alla presa di Toccai, ha inviato un suo messo a Vienna a protestare del fatto che l’imperatore abbia, da un lato, reclamato dal sultano la restituzione dei territori occupati da Szapolyai e, dall’altro, abbia preso le armi. Se non otterrà la restituzione minaccia di riprendere le ostilità; frattanto si è ordinato a Mustafa Sokollu, pasha di Bosnia, e al «bassà di Ungheria» di tenersi pronti alla guerra.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.

Luoghi rilevanti
Tokaj