MssCol 603/Lettera 136

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quinto
Regesto veloce

Commendone aggiorna sulle questioni aperte dalla richiesta dell’imperatore che Caterina d’Asburgo possa presenziare alle esequie di Ferdinando I.

Numero documento
136
Estensione materiale
cc. 33v-38r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
21 maggio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 181-182, con allegato a pp. 185-192 (in traduzione polacca); «summarium» in Elementa ad fontium editiones, 59/II: Documenta ex Archivo Cardinalis Ioannis Morone ad Poloniam spectantia quae in Archivo Secreto et in Bibliotheca Vaticana asservantur (1539–1579), ed. C. Lanckorońska, Romae, 1984,  p. 36, con data 22 maggio.

Regesto approfondito

«Cifra»

Commendone ha apprezzato la replica a Sigismondo II Augusto da parte di Andrea Dudith Sbardellati, vescovo di Cinque Chiese, inviato imperiale, uomo di «rettissima intentione et zelo del servitio di Dio». Commendone gli ha suggerito di comunicare anzitutto la risoluzione del sovrano a Massimiliano II; quindi, nel caso il re acconsenta alla richiesta di Caterina d’Asburgo, di differire la sua partenza fino alle esequie di Ferdinando I; inoltre, nel caso in cui il re neghi il consenso, limitarsi a «portar il negotio tutto […] all’abboccamento» tra il re e l’imperatore.

Gli inviati hanno deliberato di scriverne all’imperatore. Il barone Wilhelm von Kurzbach è tornato a casa sua, ai confini della Polonia.

Se la proposta dell’abboccamento tra il sovrano polacco e Massimiliano sembrava aver instradato il «negozio» in modo che «l’imperatore, con molta dignità, se ne poteva ritirare», con la nuova richiesta si è tornati in alto mare e la questione del divorzio rischia di riproporsi. Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, ha riferito a Commendone che il sovrano gliene ha già parlato e «se vi si torna, sarà molto difficile il deffendere che non ne segua l’apostasia del Regno, il che, per contro, doverà mover molto l’imperatore, et tanto più congiongendosi col servitio di Dio l’honore di casa sua, oltre molti altri rispetti, dell’esser questo Regno elettivo et il re senza herede et l’imperatore con tanti figlioli».

Trascritte di seguito la protesta dei prelati polacchi contro il decreto di Petricovia del 1562 e contro la nuova costituzione dell’aprile 1565, in latino.

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco. Nota a margine: «mandata con una semplice coperta».