MssCol 603/Lettera 138

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quinto
Regesto veloce

Commendone aggiorna sulle operazioni belliche in corso nell’Europa orientale e sulla pace tra Svezia e Danimarca; informa inoltre d’aver persuaso Sigismondo II Augusto a giustificare con Massimiliano II la sua decisione di impedire la partenza della regina.

Numero documento
138
Estensione materiale
cc. 39r-41r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
30 maggio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 193-195 (in traduzione polacca), parzialmente in Historica Russiae Monimenta ex antiquis exterarum gentium archivis et bibliothecis deprompta, ed. A.I. Turgenev, I, Petropoli, typis Eduardi Pratzi, 1841, p. 205.

Regesto approfondito

Sigismondo II Augusto non partirà prima della Pentecoste [10 giugno], a causa del «negotio della regina» e delle difficoltà nel trovare risorse per la guerra.

I capitani polacchi, riunitisi a Vilna, hanno deliberato di sollecitare il pagamento delle paghe arretrate dei soldati, i quali provocano gravi danni in Lituania, e potrebbero abbandonare il campo.

Ivan IV è andato a Copies, «luogo di qualche importanza», dove si dice manchino i viveri e «buona parte del presidio» sarebbe morta «di dissagio et di peste». Secondo quanto riferito a Commendone da Alessandro Guagnini, gentiluomo veronese che comanda una compagnia di polacchi già di guardia a Vitipsco, capo di quella frontiera, le truppe di Ivan IV si stanno dirigendo in quella zona. Finora nei piccoli combattimenti tra i due eserciti quello polacco ha avuto la meglio, nonostante non si sia ancora ricongiunto con quello lituano a causa del mancato pagamento dei soldati.

Secondo notizie riferite da Sigismondo II Augusto forze ottomane sarebbero entrate in Ungheria e avrebbero preso il castello di Tancota. Franciszek Krasinski, inviato polacco all'imperatore, dubita che a questo punto il «negozio della pace» prosegua. Si negozia invece la pace tra Svezia e la Danimarca e si dice che quest’ultima abbia aperto il Sund al passaggio delle navi.

Commendone torna a chiedere notizie su quanto deciso da Roma sul caso di Stanisław Orzechowski, il quale lo sollecita insistentemente.

 «Cifra»

Commendone ha cercato di evitare che Caterina d’Asburgo lasci il Regno, consapevole delle possibili conseguenze «d’una tal uscita». Ne ha discusso molte volte con il sovrano, il quale ha dichiarato di voler comunicare già domani la sua decisione di impedire la partenza della regina ad Andrea Dudith Sbardellati, vescovo di Cinque Chiese, e al barone Wilhelm von Kurzbach, inviati imperiali. Dato però che quest’ultimo non è ancora tornato qui, si dovrà attendere la settimana prossima.

Per far in modo che «habbia honesta via» di rinunciare alla sua istanza, Commendone ha suggerito al re di usare «parole molto amorevoli», rinviando ulteriori chiarimenti al prossimo abboccamento e giustificando la propria decisione con le «voci di separazione di matrimonio», che sarebbero state fomentate dalla partenza della regina. Il sovrano ha approvato i consigli e ha detto che menzionerà l’ultimo punto nella risposta che consegnerà agli inviati imperiali, impegnandosi in tal modo a metter da parte «il pensiero di divortio».

Commendone teme però a questo punto che il re possa cogliere l’occasione dell’entrata dei turchi in Ungheria per «levarsi dinanzi la regina», e si sta adoperando per sventare anche tale rischio, in attesa che la risposta del re sia consegnata agli inviati di Massimiliano II. Appena questo sarà fatto, visiterà Caterina d’Asburgo «per acquetar et per riparar al bisogno anco da quella parte».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco; alcune cancellature e glosse interlineari a c. 40r rendono porzioni di testo difficilmente leggibili.

Luoghi rilevanti
Tancota
Vilna