b. 62-I / Lettera 12

Regesto veloce

Graziani aggiorna sulla situazione in Lituania e dà conto di quanto trattato nell’ultima sessione della Dieta di Convocazione.

Numero documento
12
Estensione materiale
10 pp.
Luogo di redazione
Varsavia
Data di redazione
13 gennaio 1573
Regesto approfondito

Due «segretari di Francia» hanno chiesto di parlare con Graziani; forse andranno ora a trovarlo.

Secondo quanto ha appreso da una lettera ricevuta da Franciszek Krasiński, vescovo di Cracovia, Massimiliano II non è soddisfatto dell’operato di Commendone e lo accusa di favorire Enrico di Valois.

Giovanni Tedaldi ha aggiornato Graziani sulla situazione in Lituania. Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, Walerian Protaszewicz, vescovo di Vilna, e Mikołaj Krzysztof Radziwiłł, duca d’Olica, parteggiano per l’imperatore. È possibile che con loro «s’intenda» anche Alberto Federico, duca di Prussia, a sua volta alleato con Massimiliano II. I ruteni, guidati da Jerzy Olelkowicz, duca di Sluzco, inclinano invece per Teodoro. Graziani ritiene che il palatino di Vilna si sia pacificato con il duca di Sluzco perché questi è in grado, «voltandosi al Moscovita», di impedire la disposizione favorevole nei confronti dell’arciduca Ernesto. Se Ivan IV riuscirà invece ad acquistare consensi in Lituania, conquisterà facilmente la regione. I ruteni lo sperano e frattanto si dice che il figlio Teodoro abbia ordinato molti abiti «alla polacca».

Nella Dieta della Convocazione di oggi i nunzi della nobiltà hanno premuto ancora per decidere luogo e tempo della Dieta dell’elezione, minacciando di lasciare l’assemblea se non verranno deputati a breve. Il Senato si è impegnato a fornire entro domani una risposta in merito.

«Piersklinski» [Wojciech Pierzchliriski] e «Prziembski» [Stanislaw Przyjemski] hanno accusato «Zema» [Czema Achacy], palatino di Pomerania, e «Golubowski» [Andrzej Gołuchowski] di averli cacciati dai castelli che erano stati donati loro da Sigismondo II Augusto. Tali possedimenti erano stati sottratti «a quei di Prussia» [al palatino e a Gołuchowski] in seguito alla restituzione dei beni regi. Jan Kostka, castellano di Danzica, ha quindi affermato che i beni erano stati recuperati su istanza dei popoli di quei luoghi, da sempre oppositori dell’esecuzione perché contraria ai loro privilegi. Ha chiesto quindi ai signori in questione di attendere l’elezione del nuovo re prima di procedere con la forza. Non è stata presa alcuna decisione in merito. Graziani ritiene che tale conflitto potrebbe avere maggiori conseguenze.

Graziani informa inoltre su un conflitto di precedenza tra Sebastian Mielecki, castellano di Cracovia, e Adam Konarski, vescovo di Posnania, che ha posto la sua sedia nell’aula dell’assemblea in una posizione superiore rispetto a quelle del castellano e di Franciszek Krasiński. Quest’ultimo non ha però protestato.

«Il Podowski [Łukasz Podoski] ha in mano l’espedizione de la sua coadiutoria che dicono essere in molto ampla forma. Dice aspettare Vostra Signoria Illustrissima per esser da lei restituita nel canonicato del Signor Thomizki [Mikolaj Tomicki], il quale non so quando sia per venir qua»; Tomicki è comunque apprezzato sia dai lituani che da Piotr Zborowski, palatino di Sandomiria.

Note libere

Lettera autografa, spedita; testo cifrato reso in chiaro dai ricercatori NSA.