b. 62-I / Lettera 26

Regesto veloce

Graziani passa in rassegna gli orientamenti prevalenti nei palatinati riguardo al «principio dell’elettione».

Tipologia
it
Numero documento
26
Estensione materiale
14 pp.
Luogo di redazione
Varsavia
Data di redazione
4 maggio 1573
Regesto approfondito

Nella seduta di oggi della Dieta dell’elezione è nato uno scontro intorno alla partecipazione al Senato di Jerzy Olelkowicz, duca di Sluzco, sostenuta da Jan Firlej, palatino di Cracovia, e di Jan Tomicki, castellano di Gnesna. Graziani ritiene che si sia cercato in questo modo di ritardare «il principio dell’elettione». L’intervento di Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, e l’unione tra lituani e masoviti ha spinto però a non presentarsi all’assemblea il duca di Sluzco, che ora il palatino di Cracovia crede di essersi obbligato.

Si sono quindi riuniti i rappresentanti dei singoli palatinati, i cui orientamenti Graziani espone nel dettaglio. La maggioranza di loro inclina per Enrico di Valois, sostenuto, tra gli altri, da Olbracht Łaski, palatino di Siradia, e da Stanisław Karnkowski, vescovo di Cuiavia, dai fratelli Zborowski e da Jan Tęczyński, «conte di Tencino». Seguono l’arciduca Ernesto, Sigismondo Vasa, figlio di Giovanni III e Caterina Jagellona, e infine il «Mosco» [Teodoro I].

Nella congregazione dei palatinati di Posnania e Calissia, Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, ha proposto la candidatura dell’arciduca Ernesto e del duca di Valois, pronunciando però un discorso a favore del primo; ha inoltre giudicato negativamente l’ipotesi di un candidato polacco. L’arciduca Ernesto è sostenuto da figure influenti come Adam Konarski, vescovo di Posnania, Mikołaj Mielecki, palatino di Podolia, Franciszek Krasiński, vescovo di Cracovia, Krzysztof Rozdrażewski, e Piotr Myszkowski, vescovo di Plozca. Parteggiano invece per Sigismondo Vasa, il castellano di Gnesna, i conti Andrzej, Stanislaw e Lukasz Górka, il palatino di Cracovia e Sebastian Mielecki, castellano della città, infine Anzelm Gostomski, palatino di Rava. Quest’ultimo ha definito il duca di Valois «tyranno dei cristiani, et spada et flagello del papa», accusandolo di assediare i «veri christiani» a La Rochelle; sarebbe intenzionato ad accettare eventualmente anche l’elezione dell’arciduca Ernesto, a condizione che sposi Anna Jagellona. Uno dei figli del palatino, Stanisław Gostomski, castellano di Sucaciona [Sochaczew], si è detto disposto a sostenere Sigismondo Vasa a patto che lasci «credere ogn’uno a suo modo». Ha poi esaltato Giovanni III, re di Svezia, perché «lasciava credere a ogn’uno a suo modo, et quand’anche egli fosse evangelico, permetteva però nel suo Regno anco i gesuiti, et lasciava allevar suo figlio nella fede papista della madre».

Nella riunione dei palatini di Cracovia, Sandomiria e Lublino, il primo si è dovuto difendere dalle voci che lo collocano tra gli aspiranti al trono.

Di un possibile candidato polacco si è discusso durante le assemblee, tra grandi diversità di pareri. Graziani ritiene tuttavia che l’avviso della pace tra Venezia e l’Impero Ottomano favorisca il duca di Valois.

Domani si conosceranno gli orientamenti dei palatinati di Sandomiria, Cracovia e Lublino e nei prossimi giorni i voti restanti. I lituani non si sono ancora pronunciati, forse perché intendono conoscere prima l’inclinazione dei polacchi.

Note libere

Lettera autografa, probabilmente spedita; testo cifrato reso in chiaro dai ricercatori NSA. Nota a tergo: «Del principio de l’elettione».

Luoghi rilevanti
La Rochelle