b. 62-I / Lettera 27

Regesto veloce

Graziani passa in rassegna gli orientamenti dei palatinati riguardo all’elezione del re.

Tipologia
it
Numero documento
27
Estensione materiale
14 pp.
Luogo di redazione
Varsavia
Data di redazione
5 maggio 1573
Regesto approfondito

Graziani riferisce nel dettaglio le discussioni svoltesi oggi nelle assemblee dei palatinati.

In particolare, dopo i primi indugi, Piotr Myszkowski, vescovo di Plozca, ha accettato di sostenere la candidatura di Enrico di Valois per conformarsi all’orientamento della Masovia. Martin Leśnowolski, di ritorno dalla Francia, ha garantito – nella stessa assemblea - che il duca di Valois e il fratello Carlo IX sono in grado di mantenere le promesse fatte.

Altri, tra cui il castellano di Gnesna, sono favorevoli a un candidato polacco, ma non riescono a convergere su una singola figura: si propongono perciò Jan Firlej, palatino di Cracovia, Jan Tomicki, castellano di Gnesna, Stanisław Szafraniec, e Guglielmo di Rosenberg, vicerè di Boemia.

Nella congregazione del palatinato di Cracovia, Andrzej Zborowski ha sostenuto il duca di Valois, sottolineando i pericoli della «parte» di Massimiliano II per i suoi legami con Selim II e altri principi, nonché per l’«odio naturale tra tedeschi e polacchi». Ha poi paragonato il candidato polacco al Fetonte di Ovidio e ha confutato «i lochi della Scrittura che s’allegano per Piasto».

Jan Sierakowski, palatino di Lancicia, ha pronunciato un discorso accorato, ma non è riuscito a convincere i rappresentanti del suo palatinato a pronunciarsi unanimemente a favore del duca di Valois. Nei palatinati di Podolia e Rutenia si prefigura inoltre l’ipotesi che Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, rifiuterebbe di incoronare un sovrano eretico.

I lituani non hanno palesato il loro orientamento e oggi la nobiltà ha dibattuto sulla candidatura moscovita. Ma si ritiene sia solo una lusinga per far intendere allo zar che ha ancora speranze di vedere un proprio erede sul trono polacco Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, e Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, sostengono il duca di Valois. Anche la nobiltà prussiana è incline al candidato francese, mentre clero e città della regione parteggiano per l’arciduca Ernesto; probabilmente anche questi ultimi finiranno per favorire il duca di Valois, come è accaduto nei palatinati di Cuiavia.

Il consenso intorno a Enrico di Valois è maggiore delle aspettative: i vescovi parteggiano per Ernesto, ma i loro i nobili della loro corte sostengono il duca di Valois. Quest’ultimo può contare su due terzi dei «voti», mentre un terzo è diviso tra l’arciduca Ernesto, Sigismondo Vasa, e un possibile candidato polacco; i voti di quest’ultimo potrebbero facilmente passare all’arciduca Ernesto, e – aggiunge Graziani - «non saria debol banda perché ci sono molti senatori d’importanza».

Frattanto il palatino di Cracovia, accortosi del crescente consenso per il duca di Valois, cerca di ritardare l’elezione per «spingere inanzi le cose di Svetia», e ha impedito oggi la riunione del Senato. È però auspicio generale che il nuovo re sia eletto a breve e sarà quindi difficile che si realizzi il piano del palatino, mentre l’ipotesi di un re polacco ha perso definitivamente quota. C’è chi crede che il nuovo sovrano verrà scelto già alla fine della settimana.

Graziani ha appreso che nei palatinati di Cracovia e Sandomiria «alcuni heretici» manifestano ostilità nei suoi confronti perché è a conoscenza dei problemi dell’elezione.

Graziani annuncia l’invio di due documenti che registrano i «voti» dei palatinati e di alcuni senatori, e di una lettera «circa il successo di Francia […] molto maligna verso la Sede Apostolica».

Inserto

Graziani sollecita Commendone a decidere al più presto come inviare a Roma la notizia dell’elezione del nuovo re. Occorre evitare che altri la mandino prima.

Note libere

Lettera autografa, probabilmente spedita. Allegato annunciato non presente.