b. 62-I / Lettera 43

Regesto veloce

Graziani informa sulle reazioni suscitate dall’elezione di Enrico di Valois.

Numero documento
43
Estensione materiale
8 pp.
Luogo di redazione
Varsavia
Data di redazione
17 maggio 1573
Regesto approfondito

Dopo aver precisato che non ritiene attendibile quanto scrive Vincenzo Dal Portico, nunzio pontificio in Polonia, riguardo a un «agente di Franza», Graziani preannuncia che «il conte» [verosimilmente il conte Cristofaro, Krzysztof Rozdrażewski] visiterà in serata Commendone a Błonie. Cercherà inoltre di avere maggiori informazioni sui movimenti di Jan Firlej, palatino di Cracovia, come richiesto da Commendone.

Un chiaus turco è a Varsavia per fare «officio» contro Enrico di Valois: è forse per questo che si è deciso di ascoltarlo solo ora. È giunta poi la notizia che Selim II avrebbe consigliato a Carlo IX di non permettere al fratello di assumere la corona polacca per preservare l’amicizia tra la Francia e il Turco, tanto più che il Regno di Polonia non era da considerare all’altezza di un erede della casata d’Angiò. Il vescovo Jean de Monluc, l’abate di Lansac e Gilles de Noailles, abate d’Isle, inviati francesi in Polonia, hanno riferito la notizia a Olbracht Łaski, palatino di Siradia, e domani incontreranno il rappresentante ottomano.

Graziani suggerisce a Commendone di non muoversi da Błonie fino a quando non si saprà se Lansac verrà a fargli visita.

Non è chiaro chi, tra gli inviati francesi, resterà in Polonia; oggi sarà anche designata la delegazione polacca che annuncerà ufficialmente l’elezione a Enrico di Valois. Il Senato intende mandare un proprio inviato a Massimiliano II, per dar conto dell’elezione e ottenere un salvacondotto ai rappresentanti polacchi diretti in Francia: probabilmente i senatori ne discuteranno anche con Commendone.

Secondo quanto Graziani ha appreso da Krzysztof Rozdrażewski, Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, non vuole che Commendone sia presente all’incoronazione del nuovo sovrano «per causa del suo officio». Graziani ha ribattuto che il legato non riuscirà probabilmente a essere presente ma che, nel caso contrario, avrebbe solo giovato ai «buoni portamenti» dell’arcivescovo nella Dieta.

Sempre Rozdrażewski gli ha riferito che Mikołaj Radziwiłł, palatino di Vilna, rispondendo a Jan Tomicki, castellano di Gnesna, ha affermato di non volere un «re evangelico» perché, qualora avesse mutato fede, avrebbe colto l’occasione per venir meno alle promesse fatte. Il palatino sosterrebbe inoltre che i vescovi non fanno altro che il loro dovere quando difendono i loro privilegi e cercano di diffondere la loro «religione». Hieronim Ossoliński, castellano di Sandomiria, per parte sua, ha replicato che «si vedeva il consiglio suo essere di cacciare i preti et l’ordine ecclesiastico di questo Regno, ma che si mostrasse uno poco la via come ciò si potesse fare, essendo costoro tutti del loro sangue ugualmente gentilissimi come loro, et ugualmente et più privilegiati».

Graziani chiede a Commendone di comunicargli il contenuto della risposta al breve papale inviato a Łaski; non può ricopiare le sue lettere del 13 maggio come richiesto perché non ha la minuta.

Note libere

Lettera autografa, spedita. Mutila della parte iniziale, le condizioni di conservazione inficiano, in alcuni punti, la lettura.

Luoghi rilevanti
Blogne