b. 62-I / Lettera 56

Regesto veloce

Graziani comunica che il sultano ha ordinato ai suoi vassalli di sostenere la Polonia in caso di pericolo; informa inoltre su alcuni disordini scoppiati in Rossia e sulla missione dell’inviato polacco presso Ivan IV.

Numero documento
56
Estensione materiale
6 pp.
Destinatario
Gallio, Tolomeo
Luogo di redazione
Cracovia
Data di redazione
1 novembre 1573
Edizioni del documento

pubblicata parzialmente in Historica Russiae Monimenta ex antiquis exterarum gentium archivis et bibliothecis deprompta, ed. A.I. Turgenev, I, Petropoli, typis E. Pratzi, 1841, pp. 248-249.

Regesto approfondito

«Cifra a Como di primo novembre»

Un servitore di Andrzej Zborowski, di ritorno da Costantinopoli, ha portato alcune lettere in cui Selim II ordina ai tartari, ai valacchi e a Stefano Báthory, voivoda di Transilvania, di sostenere i polacchi contro chiunque turbasse l’imminente elezione del sovrano.

Mikołaj Mielecki, palatino di Podolia, ha convinto Jan Firlej, palatino di Cracovia, a non dare eccessivo credito alle notizie arrivate dalla Francia riguardo all’approvazione degli articoli da parte di Enrico di Valois.

Si dice che «il motino» di Rossia sia un altro tentativo dei palatini di Podolia e Cracovia per «disturbare l’eletione». Sarebbe scoppiato in quella regione in quanto non è ancora giunta lì la notizia della missione polacca in Francia.

 [Testo in chiaro]

Graziani riferisce sulla rivolta, in Rossia, di un gruppo di nobili contro il palatino Jerzy Jazłowiecki, accusato di aver reclutato gran numero di soldati. Dapprima asserragliato nel suo castello, il palatino è riuscito quindi a disperdere le forze dei nobili, i quali hanno infine accettato le rassicurazioni del palatino che il suo esercito sarà utilizzato solo per difendere la Confederazione polacco-lituana. Lo scontro ha suscitato preoccupazione, sia per l’insubordinazione degli aristocratici al loro generale al palatino sia per il coinvolgimento del popolo. Si ritiene che la questione andrà affrontata non appena il nuovo sovrano arriverà in Polonia.

Nel Consiglio dei senatori si sono lette alcune lettere «d’Ivanno vaivoda di Valacchia» [Ioan Vodă cel Viteaz, voivoda di Moldavia] ai membri dell’assemblea.

Il sultano minaccia di rompere la pace con la Polonia se non verranno riconsegnate ad alcuni mercanti turchi alcune merci loro trafugate da bande di cosacchi nel palatinato di Podolia.

Andrzej Taranowski, inviato a Ivan IV per annunciare la designazione di Enrico di Valois, ha dichiarato che l’elezione non è definitiva, e che lo zar potrà rivendicare il Regno nel caso il nuovo re non giunga nel Regno entro San Martino [11 novembre]. Frattanto alcuni rappresentanti russi hanno già raggiunto la Lituania.

Jan Zborowski ha poi informato sulla disposizione favorevole mostrata da Valentine Dale, ambasciatore inglese a Parigi, nei confronti della Polonia. Ha riferito inoltre che la regina Elisabetta ha deciso di sposare con Francesco Ercole, duca d’Alençon e d’Angiò, proprio in virtù del nuovo legame che stava per realizzarsi tra la Francia e la Polonia.

Enrico di Valois intende accogliere a corte un ambasciatore veneziano: la Serenissima si è mostrata disposta a sostenerlo nelle future evenienze.

Note libere

Evidenziate parti da volgere in cifra. La parte in cifra è trascritta di seguito alla minuta della cifra del 30 ottobre; quella in chiaro su un altro bifoglio.