b. 62-I / Lettera 65

Regesto veloce

Graziani riferisce una serie di notizie; informa sui suoi contatti con Andrzej Zborowski e con altri eretici e sull’atteggiamento di questi nei confronti di Commendone.

Numero documento
65
Estensione materiale
12 pp.
Luogo di redazione
Cracovia
Data di redazione
21 novembre 1573
Regesto approfondito

Graziani ha appreso del passaggio di Commendone a Vienna, dove – a detta di Łukasz Podoski, ambasciatore di Polonia a Vienna – Massimiliano II gli avrebbe permesso di attraversare la città ma senza concedergli udienza, nonostante le istanze di Giovanni Dolfin, nunzio pontificio a Vienna.

Graziani riporta, tra varie notizie, dettagli sulla presa di Tunisi e sulla morte della moglie di Andrea Dudith, già vescovo di Cinquechiese.

Un corriere, dopo aver consegnato lettere a Commendone, sostiene che questi va dicendo che questi gli ha chiesto informazioni sulle mosse, a Vienna, di Vincenzo Dal Portico, già nunzio pontificio in Polonia. Afferma inoltre che in Moravia si è dovuto provvedere alle spese di soggiorno di Commendone.

Andrzej Zborowski non incontrerà Enrico di Valois insieme al fratello Jan perché Piotr Zborowski, palatino di Sandomiria, e altri gliel’hanno sconsigliato. Andrzej ha comunque intenzione di raggiungerlo in forma privata a Francoforte, ma Graziani teme che non glielo permetteranno.

Andrzej, Jan e Piotr Zborowski hanno deciso, insieme a Hieronim Ossoliński, castellano di Sandomiria, che faranno il possibile per evitare al sovrano il matrimonio con Anna Jagellona rimandando la questione dopo l’incoronazione. Nonostante le resistenze iniziali di Ossoliński, gli Zborowski e il castellano hanno infine concordato sulla necessità di muovere guerra contro Ivan IV al più presto.

Andrej Zborowski ha avvertito Graziani che il fratello Piotr ha intenzione di parlare con lui «delle cose di Podolia et la navigatione dell’Eusino [Mar Nero]». Il palatino ritiene che il progetto non sia attuabile non essendo il Dnestr agevolmente navigabile. Graziani chiede informazioni in merito.

Alcuni canonici diffondono versioni differenti sulla permanenza di Graziani in Polonia.

Andrzej Zborowski ha parlato ai fratelli Piotr e Jan della considerazione per la famiglia Zborowski nutrita da Commendone e della validità del suo consiglio di muovere guerra a Ivan IV – vantaggiosa per il Regno e per il casato degli Zborowski – o l’aver lasciato Graziani ad attendere il nuovo nunzio pontificio in Polonia Vincenzo Lauro. Ha inoltre apprezzato la prontezza di Commendone nell’informare il nuovo sovrano delle «iniquità» del vescovo Jean de Monluc, già inviato francese in Polonia, e il suo impegno nel «ritenere questa licenza, che riduce questa Repubblica a stato popolare». I fratelli Zborowski, commossi dal discorso del fratello, hanno mostrato affetto nei confronti di Commendone: Piotr Zborowski si è detto pronto a dichiararlo pubblicamente e a discutere con Graziani sul progetto di navigazione nel Mar Nero.

Un altro colloquio ha avuto con Jakub Rokossowski, castellano di Raciazski. Dopo aver discusso della disputa tra Francisco Toledo, gesuita, e Jakub Niemojewski, calvinista, hanno ragionato sulla «varietà delle sette» in Polonia. In particolare, il castellano ha accusato Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, di aver approvato solo «la [confessione] catholica et la confessione augustana», e di non aver condannato le altre sette eretiche quando ne aveva l’opportunità, provocandone la diffusione nel Regno. Graziani ritiene da tale dichiarazione si ricavi la volontà degli eretici di «fare un mantello a tutte le sette con la confessione augustana». «Deli statuti contra hereticos [il castellano] disse che non erano leggi né statuti ma mandata regia senza consenso delli ordini». Graziani non lo ha contraddetto perché il suo obiettivo è comprendere «i pensieri» degli eretici, anche sui contrasti religiosi in Francia: il castellano sostiene che siano scoppiati in seguito all’assassinio di alcuni «huomini dotti et buoni», e Graziani gli ha ribattuto che si sono originati nel «convento» di Poissy a causa della tenera età del re.

Nella stessa occasione Graziani ha incontrato anche «Decio, il gran procurator del castelo», che si è detto dispiaciuto che Commendone non gli abbia fatto visita quando ha attraversato i suoi possedimenti, e non abbia potuto vedere la sua biblioteca, piena di scritti di Lutero, Calvino e altri eretici. In tono scherzoso, Graziani ha replicato che «male in una sede morarentur questi autori, et che ipsos putabam libros interse pugnare. M’accorsi che notorno grandemente questa parola pugnare, et l’esplicai per disputare et contendere». Lo stesso Decio lo ha invitato a un incontro nel suo castello il giorno seguente; si è rammaricato con Graziani di non aver aiutato Commendone quando era in Polonia, così da dimostrargli che anche gli eretici lo rispettano. Decio, Graziani e Carlo Soderini hanno poi discusso della situazione in Francia. Soderini ha riferito di come i francesi di meravigliano dell’«amorevolezza» con cui, in Polonia, cattolici ed eretici vivono insieme. Graziani ha allora dichiarato che se i francesi avessero preso i polacchi come esempio non sarebbero turbati dalle stragi e vicini alla fine del Regno. Gli astanti si sono commossi a quelle parole, che Graziani ha pronunciato per sottolineare che non era in Polonia per «metter foco». Decio lo ha infine pregato di raccomandarlo presso Commendone.

Note libere

Lettera autografa, spedita; testo cifrato reso in chiaro dai ricercatori NSA.

Luoghi rilevanti
Poissy
Tunisi
Vienna