b. 62-I / Lettera 70
- Sottounità / Unità archivistica
- KU, KSRL, Graziani-Commendone Coll., Separate Letters, Ms. 62-I
- Regesto veloce
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Graziani dà conto del suo scambio con Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, a proposito delle mosse degli eretici e della guerra contro Ivan IV.
- Tipologia
- it lettera sciolta, minuta
- Numero documento
- 70
- Estensione materiale
- 8 pp.
- Mittente
- Graziani, Antonio Maria <1537-1611>
- Destinatario
- Gallio, Tolomeo
- Luogo di redazione
- Cracovia
- Data di redazione
- 28 novembre 1573
- Regesto approfondito
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«28 novembre cifra, Cracovia, cardinale di Como»
Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, ha aggiornato Graziani sugli schieramenti politico-religiosi nel Regno. Jan Firlej, palatino di Cracovia, ha formato una lega di eretici, sicché Chodkiewicz ha chiesto a Graziani di promuoverne una composta da cattolici. Graziani ha declinato l’invito, per non dar adito alle voci secondo cui il papa darà ordine al nuovo sovrano Enrico di Valois di eliminare l’eresia con la forza. Ha suggerito invece a Chodkiewicz di promuoverla con la sua autorità, ma egli a sua volta non vuole prendere l’iniziativa, nel timore che lo si consideri condizionato da Commendone, tanto più che la lega dovrebbe essere guidata da Olbracht Łaski, palatino di Siradia. Graziani apprezza particolarmente il fervore del gran maresciallo, la cui influenza è così forte in Lituania che molti nobili si sono «fatti catholici» dopo la sua conversione.
Gli eretici vantano di poter contare sul sostegno dei principi tedeschi, che fanno loro molte promesse. Di queste Chodkiewicz ritiene che non vada tenuto conto perché i principi «non correrebbono qua così facilmente come hanno fatto alle ricchezze di Francia». Alcuni principi e capi eretici tedeschi hanno mandato un proprio inviato a Massimiliano II «a persuadere Sua Maestà che si dichiari finalmente per loro, dicendoli che, in questo modo, non satisfa ad alcuna delle parti, et che può esser certo che il papa lo tiene per heretico, et [che] i principi di Germania sono pochissimo satisfatti di così lunga simulatione». L’inviato ha inoltre invitato l’imperatore a sostenere il rientro di Guglielmo d’Orange in Fiandra e ad affidare poi la provincia all’arciduca Ernesto. Gli eretici progettano di assaltare i vescovati e cacciarne i vescovi, e promettono all’imperatore i tre migliori, e di sostenerlo in qualche impresa in Italia [«contra il papa» cancellato]. A Chodkiewicz – che pure non dà credito a questo piano – Graziani ha spiegato che esso non si realizzerà per una serie di motivi. Anzitutto per la forza della lega «franconica», che ha a capo Alberto V, duca di Baviera, e della quale fanno parte diverse città franche e vescovi potenti. Inoltre perché «la nobiltà di Germania, benché heretica, non vuol vedere l’estintione de’ vescovadi, che sono premii proprio loro, et col mezzo de’ quali possono hor l’uno hor l’altro pervenire a grado di principato, il che gli fa essere non poco più rispettati dai principi, in mano de’ quali, sì cadessero le chiese, cadrebbero insieme i nobili in servitio de’ principi, senza alcuna speranza di poter mai uscirne né mai ascendere a maggior fortuna». Graziani ha qui aggiunto che uno dei motivi per i quali la nobiltà della Sassonia odia il duca Augusto I è «ch’ei tenga occupati i vescovadi di Namburg, Merspurg et Misinia».
Chodkiewicz attenderà l’arrivo del nuovo sovrano prima di impegnarsi nella guerra contro Ivan IV, e spera di trovare le risorse necessarie. Ritiene infatti che la guerra sia l’unica possibilità del re per salvare il Regno e recuperare l’autorità sottratta dagli eretici alla Corona con gli «articuli» e il giuramento, come sostiene lo stesso Commendone. Gli eretici si oppongono, e altrettanto fa Caterina de’ Medici, la quale ritiene che il sovrano debba consolidare la propria posizione prima di intraprendere azioni belliche, ma il sostegno di Chodkiewicz alla causa fa ben sperare. Per evitare che il re sia condizionato dalle trame degli eretici, Chodkiewicz ritiene, con Commendone, che sia necessario stabilire nella Dieta dell’incoronazione «le cose et massime le provvisioni della guerra» per i prossimi quattro o cinque anni, così da evitare di convocare altre Diete durante questo periodo.
Su richiesta di Commendone, Graziani ha esortato Chodkiewicz ad unirsi alla corte del re; il primo ha lamentato le trame del vescovo Jean de Monluc, già inviato francese in Polonia, e si rammarica della partenza di Commendone. Lo ha fatto anche con Graziani, sottolineando l’importanza della sua presenza in Polonia.
- Note libere
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Lettera autografa; evidenziate le parti da volgere in cifra.