b. 62-I / Lettera 75

Regesto veloce

Graziani riferisce sulle voci riguardo all’arrivo in Polonia di Enrico di Valois e su un memoriale consegnato da Andrzej e Piotr Zborowski all’inviato di Enrico di Valois Nicolas d’Angennes, signore di Rambouillet.

Numero documento
75
Estensione materiale
7 pp.
Destinatario
Gallio, Tolomeo
Luogo di redazione
Cracovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
7 dicembre 1573
Regesto approfondito

«Cifra alli 2 dicembre»

Le rassicurazioni dell’inviato di Enrico di Valois, Nicolas d’Angennes, signore di Rambouillet, non hanno messo a tacere le voci secondo cui il sovrano non avrebbe ancora lasciato la Francia. La versione data da Rambouillet contrasta poi con quella offerta da una lettera giunta dalla corte di Francia, dove si dice che il nuovo re avrebbe trascorso il mese di novembre in Francia, che molti cercano di trattenerlo, mentre invece Caterina de’ Medici ne affretta la partenza. Le spese che il sovrano dovrà affrontare per il viaggio sono ingenti: tra queste quattrocento mila ducati da rimborsare a creditori tedeschi della Corona di Francia per evitare problemi durante il viaggio, e l’ingente quantità di denaro da portare in Polonia «secondo l’obbligo».

Gli eretici approfittano di tali difficoltà per togliere credito al discorso di Rambouillet. Il cancelliere Walenty Dembiński, in particolare, ha chiesto all’inviato ragione della voce secondo cui la sua missione in Polonia avrebbe lo scopo di «opprimere gl’heretici» e gli ha formalmente rivolto istanza di non «fare in Polonia come in Francia». Rambouillet lo ha rassicurato, ribadendo di trovarsi nel Paese per annunciare l’arrivo di Enrico di Valois e per venire incontro alle necessità del Regno.

Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, ha lamentato di non aver ancora ricevuto i finanziamenti promessi per fronteggiare Ivan IV. Si è detto dispiaciuto perché Jean Bazin, inviato francese in Polonia, ha divulgato in Lituania la falsa notizia che Sebastiano Montelupi sarebbe in possesso di denari destinati ai polacchi. Graziani ha inteso che Rambouillet dispone di alcune risorse ma che non voglia impiegarle, ritenendo che, almeno per quest’inverno, non ci siano da temere attacchi dello zar. Tali risorse verranno invece utilizzate per estinguere le promesse fatte dal vescovo Jean de Monluc, già inviato francese in Polonia: la speranza del pagamento consentirà così di tenere i creditori «obbligati» [almeno fino all’arrivo del sovrano].

«Cifra alli 7 dicembre a Como»

Al Chodkiewicz «si sono risposte lunghissime parole», ed è stato garantito ai lituani pieno appoggio in caso di attacco da parte di Ivan IV, impegnando già allo scopo quindicimila fiorini, parte forniti da Rambouillet, parte da alcuni mercanti, dati in custodia a Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna. La discussione sugli altri punti sollevati da Chodkiewicz è stata rimandata all’arrivo del sovrano.

Piotr Zborowski, palatino di Sandomiria, e Andrzej Zborowski hanno consegnato a Rambouillet un memoriale di denuncia della situazione nel Regno, nel quale si segnalano tra l’altro le trame di Massimiliano II in Polonia, si stigmatizzano i continui rinvii del viaggio del nuovo sovrano verso la Polonia, nonché la leggerezza con cui lo stesso Enrico di Valois ha considerato gli avvisi provenienti dal Regno. A tale proposito gli si rimprovera di non aver inviato risorse ai suoi fautori, così come d’aver seguito i consigli di Monluc di sostenere Jan Firlej, palatino di Cracovia, e la sua «fazione», contribuendo ad alimentare di riflesso l’ardire del palatino contro il nuovo sovrano. Viene anche denunciata l’infedeltà di Monluc, precisando, diversamente da quanto aveva riferito il vescovo francese, la vera frattura nel paese non era quella i gruppi di Piotr Zborowski e Jan Firlej, ma tra «difensori et disturbatori dell’elettione».

Rambouillet farà avere ad Enrico di Valois le lettere di alcuni personaggi, tra cui Andrzej e Piotr Zborowski, Jan Chodkiewicz e il palatino di Cracovia.

Andrea Dudith, già vescovo di Cinque Chiese, è spesso in compagnia del palatino.

Note libere

Lettera autografa, spedita. La minuta, particolarmente disordinata, consta di due parti redatte in più giorni, come indicato in attergato. Evidenziate parti da volgere in cifra.