b. 62-I / Lettera 86

Regesto veloce

Graziani riferisce il piano messo a punto con Andrzej Zborowski e il marchese Nicolas d’Angennes-Rambouillet, ambasciatore francese in Polonia, per invalidare il giuramento e gli articoli approvati da Enrico di Valois.

Numero documento
86
Estensione materiale
8 pp.
Destinatario
Gallio, Tolomeo
Luogo di redazione
Secemino
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
27 dicembre 1573
Regesto approfondito

Cfr. lettera 86 del 27 dicembre 1573.

«27 dicembre, Secemino, Como cifra»

D’intesa con l’inviato di Enrico di Valois in Polonia Nicolas d’Angennes, signore di Rambouillet, Graziani chiederà a Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, d’impegnarsi perché venga dichiarato invalido il giuramento prestato dal re in Francia, previa consultazione degli altri vescovi e dei senatori cattolici. Graziani solleciterà inoltre Stanisław Karnkowski, vescovo di Cuiavia, di far sì che Jan Chodkiewicz, gran maresciallo di Lituania, persuada i nunzi [probabilmente della nobiltà] di Lituania, Masovia e Polonia Maggiore, a unirsi in un fronte comune. La protesta farà leva sulla discrepanza tra le direttive della Dieta dell’elezione e il testo effettivamente sottoscritto dal re, dove risultano unite la formula antica e quella preparata dagli eretici. La responsabilità di ciò andrà imputata a «uno Zoborowski secretario ecclesiastico, che fu corrotto dagl’heretici con speranza di farlo vicecancelliere», e soprattutto a Franciszek Krasiński, vescovo di Cracovia, per non aver vigilato, nella sua veste di vicecancelliere, sulla corretta esecuzione degli ordini del Senato. I cattolici – le cui ragioni si fondano sulle leggi del Regno – avranno la meglio, se procedono uniti. Graziani ha fatto mettere per iscritto a protesta, corredata di riferimenti agli statuti polacchi, e ne ha dato copia a Rambouillet. Non la invia, per il momento, al destinatario perché non ha certezze sul recapito; ne farà avere copia al nunzio [probabilmente Vincenzo Lauro, che sta arrivando].

Rambouillet, Andrzej Zborowski e Graziani hanno convenuto sulla necessità di revocare la carica di gran maresciallo a Jan Firlej, palatino di Cracovia, per limitarne l’autorità. In particolare, i primi due hanno chiesto a Graziani di discuterne con alcuni «signori catholici» in Polonia Maggiore e di persuadere Andrzej Opaliński, attualmente maresciallo della corte, a richiedere quella carica, così da istigare i nunzi della nobiltà di Polonia Maggiore contro il palatino di Cracovia. Graziani ha rifiutato e intende piuttosto domandare al vescovo di Cuiavia di discuterne con l’Opaliński. Non appena il re sarà nel Regno, gli si mostrerà quanto la revoca possa giovare al Regno.

Stefano I Báthory ha scritto ad Andrzej Zborowski per dichiarare la sua amicizia nei confronti della sua famiglia e per avvertire che sarà presente all’incoronazione del nuovo sovrano. Graziani dubita che il voivoda potrà uscire facilmente dal suo territorio in quanto ha appena cacciato Gáspár Békés, magnate ungherese, «emulo suo et persona di molto conto in quella provincia». Andrzej Zborowski vuole che Graziani chieda a Rambouillet di scrivere a Báthory per ringraziarlo della benevolenza mostrata nei confronti di Enrico di Valois. L’inviato, che ha accettato, ha avvertito Graziani di aver visto una lettera dello stesso Báthory a Walenty Dembiński, cancelliere di Polonia, in cui si congratula per l’elezione e si dice al suo servizio del nuovo re.

Graziani ritiene che il voivoda intenda così «appoggiare la fortuna sua a questi Regni, potendo farlo senza offesa del Turco, et insieme assicurarsi dall’imperatore, del quale sta in gelosia così per gl’antichi disegni di Sua Maestà cesarea, come per essersi fuggito nella sua corte il suddetto Beches [Gáspár Békés] suo inimico».

Note libere

Lettera autografa, spedita. Trascrizione in bella copia della parte in cifra, conservata nella busta 62 III C.