b. 63A / Lettera 217

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Il referendario Alessandro Avogaro avverte Antonio Maria Graziani che il cardinale Giovanni Francesco Commendone è intenzionato a chiudere l’affitto dei suoi possedimenti veronesi. Avogaro racconta poi come la diocesi di Bergamo non sia stata assegnata a monsignor Girolamo Savorgnan, nonostante la mediazione del figlio di papa Gregorio XIII, Giacomo Boncompagni, e come egli stesso stia negoziando per ottenere il titolo di coadiutore del vescovo di Cittanova, con il sostegno del cardinale Alessandro Sforza. Tra le altre novità Avogaro accenna alla morte del cardinale Scipione Rebiba, in seguito alla quale il suo incarico di inquisitore è stato affidato al cardinale Giacomo Savelli, anziché al cardinale Giovanni Francesco Gambara. Quanto a Commendone, ha inviato una supplica al papa affinché le rendite del canonicato padovano appena assegnato a Graziani non scendano sotto i cinquecento scudi; il cardinale ha fatto recentemente ritorno a Cesi da Todi, ma non ha trovato alloggio perché le uniche stanze disponibili erano occupate dal vescovo di Capodistria Giovanni Ingenerio. Vedendo Commendone irritato per l’inconveniente, Avogaro non gli ha mostrato le lettere di Graziani ancora da leggere.

Numero documento
217
Estensione materiale
8 pp.
Luogo di redazione
Todi
Data di redazione
29 luglio 1577
Note libere

Lettera autografa, spedita. In attergato, nota di Girolamo Lagomarsini con data cronica.

Luoghi rilevanti
Cesi