MssCol 603/Lettera 48
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
- Regesto veloce
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Commendone aggiorna sulla redazione degli editti contro gli eretici.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 48
- Estensione materiale
- cc. 33v-38v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Lublino
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 14 agosto 1564
- Edizioni del documento
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pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 181-189 (in traduzione polacca); parzialmente in Litterae nuntiorum apostolicorum historiam Ucrainae illustrantes, coll. P. Athanasius e G. Welkykyj, I, Romae, Basiliani, 1959, pp. 41-42.
- Regesto approfondito
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Commendone ha ricevuto l’ordine di restare nel Regno ed elenca le lettere scritte da maggio a luglio.
Lo scorso giovedì si sono svolte a Parzow le esequie di Ferdinando I. Sigismondo II Augusto vi è stato accompagnato dalla legazione imperiale e sassone. Il sovrano ha permesso poi a Commendone di sedergli accanto in Senato, dove è stata annunciata la sospensione dei negoziati con la legazione imperiale a causa della morte dell’imperatore.
L’altro ieri è terminata la Dieta. Commendone ha lasciato Parzow e ora è a Lublino diretto in Rossia per incontrare Paweł Tarło, arcivescovo di Leopoli, e altri vescovi. Spera di non essere impedito nel viaggio dalla nuova guerra dei tartari: corre voce che questi siano avanzati di circa trenta leghe nei territori polacchi e che ora assedino un castello poco lontano dal Dnepr, a Kiev, dove aspettano rinforzi per compiere, se non troveranno resistenze, altri saccheggi in Rossia. Commendone e i suoi sono incalzati, da un lato, dalla peste e, dall’altro, da tali pericoli, per cui non è possibile avere alcuna certezza.
«Cifra»
Seguendo il consiglio di Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, sul caso di Bernardino Ochino, e gli ordini da Roma Commendone ha sollecitato dal re un editto contro tutti gli eretici per ottenere dal sovrano e dal Senato almeno un provvedimento contro gli eretici stranieri. Il sovrano si è mostrato come al solito ben disposto, ma ci sono state molte contese fra i senatori.
È stata infine stesa una bozza dell’editto, diversa da quella proposta da Commendone e scritta in «pessima forma», «per molte parole pregiudiciali che vi erano». La versione finale non è risultata accettabile; ciononostante Commendone non ha abbandonato l’impresa, in quanto ha visto gli animi dei senatori ora meglio disposti. Grazie all’appoggio di Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, Commendone ha cercato di intervenire sulla bozza; ha poi compreso che il principale ostacolo era «il troppo rispetto che il Senato volea portare ai suoi poloni circa la pena che si doveva porre alli disobedienti». Ha quindi ottenuto la divisione dell’editto in due parti, la prima contro gli stranieri, la seconda contro i polacchi. Si è arrivati così alla versione definitiva che Commendone inoltra in allegato. Essa pare più adeguata rispetto all’editto di Varsavia a sortire qualche effetto nel Regno. Se l’editto verrà eseguito correttamente porterà giovamento con la cacciata degli eretici stranieri, «principali authori di tutti i mali». Se si eseguiranno più contro una setta che contro l’altra «se ne caverà forse maggior servitio per gli rumori che necessariamente ne harran a seguire». Commendone ritiene che il modo migliore per risanare il Regno sia il «taglio di sì pestilente postema». Suggerisce perciò di continuare, da Roma, «in ristretto […] di far instantia per un editto generale et per una buona et gagliarda essecutione contra tutti i heretici intertenendo destramente le gratie che il re dimanda».
Commendone ha convinto Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, a non invitare gli eretici al concilio provinciale. Ma non si fida di lui: nel loro ultimo incontro l’arcivescovo ha affermato di temere che si vorrà comunque esaminare i decreti del concilio di Trento prima di eseguirli. Commendone cercherà di agire sugli altri prelati in vista del concilio provinciale, posticipato a dicembre a causa della peste: non è tanto il breve preavviso a preoccuparlo, quanto la scelta che si farà del luogo.
Segue trascrizione degli editti annunciati, Parzow, 7 agosto 1564 (entrambi in latino).
- Note libere
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Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.