MssCol 603/Lettera 52
- Sottounità / Unità archivistica
- NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro secondo
- Regesto veloce
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Commendone riferisce il colloquio avuto con Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, riguardo alla coadiutoria di Plozca; informa inoltre sul suo operato in merito alla questione del divorzio di Sigismondo II Augusto.
- Tipologia
- it lettera in registro copialettere
- Numero documento
- 52
- Estensione materiale
- cc. 41r-43v
- Mittente
- Commendone, Giovanni Francesco
- Destinatario
- Borromeo, Carlo
- Luogo di redazione
- Lublino
- Luogo di ricezione
- Roma
- Data di redazione
- 28 agosto 1564
- Edizioni del documento
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Pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 195-201 datata Leopoli, 28 agosto 1564 (in traduzione polacca); parzialmente in Calendar of State Papers Relating to English Affairs in the Vatican Archives, I: 1558-1571, ed. by J.M. Rigg, London, H.M. Stationery Office, 1916, n. 315.
- Regesto approfondito
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Qualche mese prima, mentre si trovava a Lomza, Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia, aveva comunicato a Commendone la proposta fattagli da Andrzej Noskowski, vescovo di Plozca, di assumere la coadiutoria della sua chiesa. Il vicecancelliere aveva chiesto quindi a Commendone cosa avesse deciso in merito il concilio di Trento, pregandolo di intercedere con Pio IV per la concessione della coadiutoria con futura successione. Commendone aveva approvato la preoccupazione del vescovo per la propria diocesi e la scelta del coadiutore; aveva inoltre chiarito che le coadiutorie non erano state soppresse dal concilio, ma rimesse al giudizio del papa, assicurando che avrebbe quindi riferito, per obbligo d’ufficio, lo stato di quella diocesi e «le conditioni di Sua Signoria». Si era però rammaricato con lui di non aver potuto dare al pontefice alcuna testimonianza del suo zelo e della sua diligenza rispetto alle questioni in discussione tra il papa e il re e aveva aggiunto che, conoscendo «il grande numero de’ suoi parenti heretici vedeva insieme che quando, secondo il costume di vescovi, fussero posti al governo delle terre et castella del vescovado in poco tempo si corrumperebbe quella diocese che fin’hora è la più netta di tutto il Regno». Tali considerazioni non gli consentivano di aiutare il vicecancelliere come avrebbe desiderato.
Il vicecancelliere, rimasto dapprima sospeso, lo ha poi ringraziato per essersi espresso liberamente, auspicando di potergli mostrare in futuro «con gl’effetti» la sua gratitudine e promettendo che se la questione della coadiutoria fosse andata a buon fine, si sarebbe in seguito uniformato alla sua volontà.
Poco dopo Commendone era partito per la Prussia e aveva informato dell’accaduto Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, il quale aveva approvato il suo procedere e raccomandato di tenere ben presente l’affare del vicecancelliere, uomo di «suprema authorità […] in questo Regno». Effettivamente da qualche tempo il vicecancelliere ha mostrato zelo crescente «nelle cose di Nostro Signore et nella causa della religione», soprattutto durante l’ultima Dieta di Varsavia. L’attribuzione della coadiutoria è stata fin qui sospesa, ma ora il vescovo di Plozca si è deciso a concedere i mandati di procura al vicecancelliere. Questi, nel darne avviso a Commendone, gli ha anche inviato una cedola e una lettera, in cui dichiara di essersi attenuto alle raccomandazioni ricevute a Lomza e preannuncia che manderà tutti i documenti relativi alla nomina. Commendone raccomanda che il papa voglia provvedere: l’età avanzata del vescovo e lo stato di quella diocesi, «cinta ognintorno dagli heretici», richiedono - anche a parere del re - una coadiutoria. Il vicecancelliere, uomo di più di cinquant’anni, «è già molto tempo sacerdote di buone lettere et di molte rare qualità, et sopratutto di somma autorità in questo Regno».
«Cifra»
Commendone prenderà tempo per scrivere sul divorzio del re, secondo quanto ordinatogli da Roma: prima farà in modo che il sovrano non avanzi tale richiesta «perché s’una volta vi si conduce, temo che ci sia per avanzar poi poco rimedio; mi stanno sempre fissi nell’animo gli travagli di papa Clemente [VII] dopo la petitione del re d’Inghilterra, per la quale Sua Santità si vide poco poi perder un Regno». Commendone ha cercato di distogliere il re dal suo obiettivo. «Due volte gli ho narrato […] la tragedia del re Henrico et il pentimento che spesso n’hebbe, con molte efficaci particolari narrationi dalla medesima regina Maria sua figlia quando prima mi diede la cedola della restitutione di quel Regno all’obedienza della Sede Apostolica. Il re stava tuttavia sospeso: da una parte la ragione et l’honesto lo punge, dall’altra abhorrisce tanto questa regina che non è possibile a crederlo, et volesse Dio che non gli fussero anco appresso alcuni, i quali, parte per loro interessi, parte per sola speranza che questo inevitabilmente habbia a parturire un schisma, lo stimulano a far quanto prima questa petition al papa. Odio cerchano et rottura, et s’io m’havesse lasciato girar da certi consigli già si sarebbe fatta questa petitione a Sua Santità […] et poco poi sarebbe fatto il concilio nationale».
Il re era convinto che il pontefice gli fosse ostile e che avesse mandato, per questo motivo, i suoi inviati in Moscovia ma Commendone è riuscito a togliergli tale idea. Si è anche rivolto a Melchior Mościcki, confessore del re, come gli è stato ordinato; crede però che la persona che ha maggiore ascendente sul re sia il vicecancelliere, del quale si è felicemente presentata l’occasione di ottenere il favore. Sarà ora opportuno non solo che «il vicecancelliere vegga che la grazia si conceda non ad instantia sola del re ma a lui stesso, per la buona opinione […] del servitio che fa a Dio et alla religione». Senza dubbio il re gli affiderà la prima chiesa disponibile, e «harebbe tutto l’obligo» a lui, mentre con la coadiutoria sarebbe vincolato principalmente a Roma.
Segue trascrizione della cedola annunciata datata Parzow, 10 agosto 1564 (in latino).
- Note libere
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data topica e cronica parzialmente leggibili, ricavate da Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, cit e con Calendar of State Papers, cit.