MssCol 603/Lettera 69

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro terzo
Regesto veloce

Commendone informa sul colloquio avuto con Sigismondo II Augusto a proposito del concilio nazionale; aggiorna inoltre diffusione della peste in Polonia.

Numero documento
69
Estensione materiale
cc. 27v-29v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
23 dicembre 1564
Edizioni del documento

Pubblicata in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, I, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1847, pp. 264-267 (in traduzione polacca); parzialmente anche in Historica Russiae Monimenta ex antiquis exterarum gentium archivis et bibliothecis deprompta, ed. A.I. Turgenev, I, Petropoli, typis E. Pratzi, 1841, p. 204.

Regesto approfondito

Commendone sollecita costantemente Sigismondo II Augusto a eleggere un cattolico come nuovo starosta generale di Polonia Maggiore e incita Adam Konarski, vescovo di Posnania, Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia ad adoperarsi in tal senso. Mantenere un «commercio di lettere» tra il re e Pio IV gioverà senz’altro a questo «negotio» e a «tutti quelli che sono per occorrere».

Si teme che, dopo le recenti perdite, i polacchi non riescano a mantenere Vitpetzo, «capo d’un palatinato e frontiera di gran momento».

A Vilna la peste, prima arrestatasi, è tornata a mietere vittime non appena le persone sono ritornate nelle proprie case. Si spera che il freddo rallenti l’epidemia. Petricovia è circondata, nel raggio di sei-sette leghe, da luoghi infestati dalla peste e la necessità «del commercio et il bisogno delle vettovaglie» espone tutti al contagio. Commendone tiene quindi due case, una a Petricovia e l’altra a due miglia di distanza.

«Cifra»

Commendone ha cercato di ottenere un’udienza dal re per discutere «di queste tante speranze che alcuni gli propongono quando ei conduca un concilio nazionale». Ieri ha quindi esaminato «non pur le ragioni, ma […] gli successi di tutti gli colloquii, et trattati, et concordie nella religione, così in Germania, come in Inghilterra, et in Francia». Ha fatto presente al sovrano come i sostenitori del concilio nazionale conoscano bene i possibili disordini che tale assemblea ecclesiastica potrebbe causare e la procurino proprio a questo fine, sperando così di costringere il re a dipendere dai loro consigli. Commendone ha quindi invitato il sovrano a dubitare di quei ministri che tentano in ogni modo di avviluppare il loro principe «in labirinthi di quali essi soli habbiano o pretendono d’haver il filo et la chiave in mano, così fabricandosi una occulta tirannide sopra coloro a chi dovrebbon servire».

Il sovrano ha approvato i rilievi di Commendone e ha sottolineato che, nonostante le tante pressioni, ha proibito la convocazione del concilio per evitarne le conseguenze. Si è inoltre impegnato a informare Commendone su eventuali nuove istanze. «A proposito di costoro che sollicitano il concilio, il re mi disse due volte et queste sono persone ecclesiastiche, ma io non volsi stuzzicarlo più inanti non mi parendo espediente di condurmi in necessità di negotiar scopertamente contro l’arcivescovo [Jakub Uchański]».

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.

Luoghi rilevanti
Vilna
Vitpetzco