MssCol 603/Lettera 84

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro quarto
Regesto veloce

Commendone riferisce il discorso di Sigismondo II Augusto in Senato riguardo alla regina e le discussioni tra i nunzi della nobiltà sull’opportunità di incoraggiare il sovrano al divorzio.

Numero documento
84
Estensione materiale
cc. 4v-5v
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Petricovia
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
30 gennaio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 36-38.

Regesto approfondito

Commendone elenca le ultime lettere inviate.

 «Cifra»

Oggi in Senato Sigismondo II Augusto ha parlato lungamente del suo matrimonio con Caterina d’Asburgo, spiegando che teologi e «altre persone spirituali» gli avevano comunicato in via confidenziale che la regina non poteva essere considerata sua legittima consorte e che per questo motivo si era allontanato da lei. Ha chiesto quindi il parere in merito dei senatori, che hanno preso tempo.

Questa mattina Commendone ha «fatto officio» con Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna, il quale si presenterà ora in Senato per opporsi al divorzio; anche Andrzej Kościelecki, palatino di Posnania, e Piotr Myszkowski, vicecancelliere di Polonia sono contrari.

«L’ambasciatore dell’imperatore» in Polonia ha consegnato al re lettere «senza il titolo di Prussia et non sottoscritte di man dell’imperatore». I polacchi ne sono molto offesi, e lamentano che i sudditi dell’imperatore non hanno ancora lasciato i territori polacchi al confine con l’Ungheria. Il sovrano ha convocato Commendone per domani.

I nunzi eretici non sono concordi sulle conseguenze di un divorzio del sovrano: alcuni ritengono che rafforzerebbe il suo legame con Roma, altri che Pio IV rifiuterà di assentirvi e che «converrà che il re finalmente si separi dalla Sede Apostolica». «Fra tanto essi [gli eretici] haveranno questo commodo: che se io m’opporrò in questo al re perderò la sua gratia, onde non potrò far più effetto contra di loro, et se il re mi guadagnarà con doni, che io andarò dissimulando nelle cose della religione senza dar loro più d’impaccio, et che forse anco Dio m’illuminarà a veder il vero et a fermarmi qui con loro». Hanno deciso «d’urtar et precipitar quanto più possono il negotio».

Attende da Roma le delucidazioni richieste un anno fa circa quanto stabilito dal concilio di Trento sulla «dispensa in primo» grado di affinità. 

Note libere

Testo cifrato reso in chiaro dal copista cinquecentesco.