MssCol 603/Lettera 152

Sottounità / Unità archivistica
NYPL, Ms. Div., MssCol 603, Registro sesto
Regesto veloce

Commendone informa sul suo incontro con Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, in cui ha discusso delle mire dell’arcivescovo e della scelta del nuovo nunzio pontificio in Polonia.

Numero documento
152
Estensione materiale
cc. 24v-25r
Destinatario
Borromeo, Carlo
Luogo di redazione
Heilsperg
Luogo di ricezione
Roma
Data di redazione
3 luglio 1565
Edizioni del documento

Pubblicata, in traduzione polacca, in Pamiętniki o dawnéj Polsce z czasóv Zygmunta Augusta, obejmujące listy Jana Franciszka Commendoni do Karola Borromeusza, coll. J. Albertrandi, II, Wilno, Drukiem Józefa Zawadzkiego, 1851, pp. 249-251.

Regesto approfondito

Commendone è giunto il 26 giugno in Prussia e ha consegnato a Stanislao Hosius, vescovo di Varmia, le scritture di Jakub Uchański, arcivescovo di Gnesna; il cardinale ne scriverà a Roma.

La convocazione del sinodo provinciale era stata stabilita per la fine d’agosto, ma ora l’arcivescovo va dicendo che i vescovi intendono rinviarlo a marzo, nelle settimane tra le Dietine locali e la Dieta generale, prevista intorno alla Pasqua. Andrzej Noskowski, vescovo di Plozca, incontrato da Commendone nel suo viaggio verso la Prussia, ha affermato di non saperne nulla. L’abate di Sulejow, suffraganeo e canonico di Gnesna, ha riferito a Commendone che l’arcivescovo ha tentato di persuadere il suo capitolo a rimandare il concilio provinciale dopo le Dietine locali. Nel timore che l’arcivescovo stia tentando, come aveva fatto lo scorso anno, di arrivare a un concilio nazionale, Hosius e Commendone hanno deciso di scrivergli.

Il cardinale ha invitato Commendone a presenziare al sinodo diocesano che intende convocare in Varmia all’inizio di agosto.

Commendone ha discusso con Hosius sulla scelta del nuovo nunzio in Polonia, secondo le istruzioni ricevute da Roma, riferendogli le opinioni di Sigismondo II Augusto sulla necessità che il rappresentante pontificio sia «persona integra e sincera», di «qualche authorità et fede anco appresso gl’heretici et con la quale possa Sua Maestà confidentemente aprirsi». Del resto il sovrano aveva detto a Hosius, a Petricovia, di ritenere che «tutti i mali che affliggono hora la Chiesa catholica et la christianità tutta eran principalmente proceduti dai nuntii», pensiero che il re ha comunicato anche all’inviato imperiale Andrea Dudith.