Commendone spiega a Carlo Borromeo che ha giudicato opportuno affrontare alcuni argomenti con l’imperatore solo qualora quest’ultimo gli chiedesse spiegazioni, onde limitare il rischio di eventuali contrasti. Tra i temi toccati, l’imminenza dell’apertura del concilio e la continuità della nuova convocazione rispetto alle precedenti sessioni. Di altri temi – quali la sede del concilio, il matrimonio dei sacerdoti, la comunione sotto le due specie e i beni ecclesiastici – non si è discusso. Quanto alla proposta di Ferdinando I di convocare a Roma una «congregatione de’ prelati di più provincie» per discutere la riforma della Chiesa, Commendone ha risposto che il pontefice non ha voluto dare corso a questa proposta nell’intento di favorire il concilio; l’imperatore ha compreso la decisione, ma ha chiesto espressamente di riconsiderare l’opportunità di una «congregatione» di riforma se il concilio non avesse luogo. Con l’imperatore e con il re di Boemia Commendone ha anche discusso della guerra contro i Turchi. Massimiliano II è favorevole al concilio, ma è scettico sulla partecipazione dei principi protestanti. Commendone ha infine incontrato l’arciduca Carlo II, «devotissimo» alla sede apostolica, e la regina di Boemia Maria d’Asburgo.